ln Germania arriva il prete robot. Avrà presto la sua setta
Si chiama BlessU-2 ed è un rappresentante della chiesa luterana dell'Assia-Nassau. Ecco perché non poteva che essere protestante
A cinquecento anni dall'affissione delle novantacinque tesi di Lutero, il protestantesimo ha finalmente trovato il proprio compimento nell'installazione di un prete robot a Wittenberg, in una mostra celebrativa dell'anniversario. Il prete robot si chiama BlessU-2 ed è un rappresentante della chiesa luterana dell'Assia-Nassau, o meglio, è stato installato su suggerimento della suddetta chiesa luterana onde favorire la discussione riguardo al caso “se sia possibile venire benedetti da una macchina o se ci voglia un essere umano”. Così almeno sostiene un pastore, Stephan Krebs, individuo in carne e ossa. È ovvio che, mettendola così, la presenza di un prete robot nelle terre protestanti si abbassa al livello di una provocazione di Hirst o forse addirittura di Cattelan, ma significherebbe non considerare la specificità del contesto geostorico del cinquecentenario luterano. Perché un prete robot è intrinsecamente protestante?
C'è più di un motivo. In primis premeva a Lutero la disintermediazione del rapporto fra uomo e Dio, ossia l'eliminazione di quell'inutile (a suo dire) gerarchia che ostacolava il diretto contatto fra la coscienza umana e la presenza divina. Nel momento in cui nessun uomo è destinato a fare da intermediario, allora ogni uomo è chiamato a parlare faccia a faccia con Dio; se ogni uomo è chiamato, allora viene meno la discriminante della vocazione sacerdotale e tanto vale che il rapporto fra ciò che c'è dentro di noi e ciò che c'è sopra di noi passi attraverso quanto di più impersonale ci sia. Un robot può fare al caso di Lutero tanto quanto un imbuto parlante.
A ciò si aggiunge la questione della grazia. Per salvarsi basta la fede e non ci vogliono le opere, e venendo la fede ridotta a sentimento individuale (Lutero era un tormentato, un nevrotico, un egocentrico di secolare successo) allora a testimoniare e certificare questa fede basta un orpello poco più che simbolico, un prete automatico che si limiti a fare da specchio alla fede che si crede di detenere e che si reputa sufficiente alla vita eterna. Del resto questo prete robot non fa molto: in ottemperanza al precetto della sola Scriptura, al richiedente legge un versetto della Bibbia ma non lo commenta. In compenso, con una certa concessione alla spettacolarità, è in grado di emanare fasci luminosi dalle mani. Si limita a dire “Dio ti benedica e ti protegga” e, per i duri d'orecchio, stampa la medesima formula su un foglietto da portare a casa. Lutero tradusse la Bibbia in tedesco per affermare il diritto dei fedeli a parlare con Dio nella propria lingua, anziché in latino; il prete robot, più modestamente, benedice in cinque lingue (tedesco, inglese, francese, spagnolo e polacco) in base alla richiesta del fedele, che può selezionare l'opzione preferita manovrando un touchscreen sul petto dell'automa antropomorfo.
Per quanto l'emissario della chiesa di Assia-Nassau – l'essere umano, intendo, padre Krebs, non il robot – ritenga che lo scopo di BlessU-2 sia di provocare dibattito, è ovvio che qualcuno possa trarne ispirazione per sopperire con l'intelligenza artificiale alla crisi delle vocazioni. Sarebbe una conseguenza in linea col progressivo svilupparsi della spiritualità in senso contrario alla religione; ove infatti la religione è quod religat, ciò che tiene insieme le comunità (e quindi non può che essere una sola), la spiritualità è un sentimento individuale che separa e parcellizza. Cosa c'è di meglio per quest'epoca, in cui ognuno si sente in diritto di dettarsi i comandamenti che il proprio cuore gli prova giusti, di un macchinario che trasmetta una benedizione divina senza opporre la resistenza umana dell'uomo che non si piega, che non concede l'assoluzione, che non dà la comunione agli indegni? Una religione divisiva come il protestantesimo, che non contenta di essersi separata da Roma si è poi diramata in infiniti rivoli, non può che guardare con favore a un prete robot che, governato dai fedeli stessi, pieghi la presenza di Dio on demand.
Il prete robot somiglia infatti a un qualsiasi robot della fantascienza rudimentale, ma con una funzione modernissima: i fedeli possono scegliere a quale genere appartenga e se, pertanto, debba benedire con voce maschile o femminile. Avrà successo. Fra qualche decennio avrà anche lui la sua setta.