Il cardinale George Pell incriminato "per gravi reati sessuali". Il Papa gli concede un periodo di congedo
Il prefetto per l'Economia della Santa Sede è il più alto rappresentante della gerarchia cattolica incriminato per pedofilia. "Respingo ogni accusa", dice ai giornalisti, prima di partire per l'Australia
Roma. Il cardinale George Pell, attuale prefetto della Segreteria per l’economia della Santa Sede, è stato incriminato dalla polizia dello stato australiano di Victoria per “gravi reati sessuali”. Il Sydney Morning Herald aveva nella notte anticipato il tutto, facendo il nome di Pell. I fatti contestati risalgono agli anni Settanta, quando l’ex arcivescovo di Melbourne e poi di Sydney era parroco a Ballarat. Le accuse, ha detto il vice commissario di polizia locale, “riguardano più querelanti” e “le procedure seguite sono state le stesse di quelle applicate in una vasta gamma di reati sessuali storici, tutte le volte che li investighiamo”. Il cardinale, ricevuto nei giorni scorsi dal Papa in udienza, è chiamato a comparire davanti al Magistrates Court il prossimo 18 luglio.
Pell ha sempre negato ogni accusa, dicendosi pronto a collaborare con la magistratura australiana. “Continuerò a cooperare pienamente” aveva detto in risposta a una domanda sull’iter investigativo che da tempo lo riguarda in patria. Il cardinale, poi, era stato interrogato a Roma lo scorso ottobre da funzionari della polizia di Victoria, ammettendo solo di “aver fallito” nella gestione dei casi di abuso sessuale su minori che si erano verificati nella sua diocesi. Nel 2016, rispondendo in un hotel romano alle domande della commissione ad hoc istituita in Australia (le sedute avvennero in videoconferenza, quando in Italia era notte fonda) il prefetto per l'Economia disse di non essere lì "per difendere l'indifendibile" e che gli abusi sessuali da parte di membri del Clero su minori sono "una catastrofe per la chiesa".
Alle 8.30 di stamattina, Pell si è presentato davanti ai giornalisti in Sala stampa. Una breve comunicazione per ribadire l'assoluta estraneità a quanto gli viene contestato e la conferma che tornerà in Australia per potersi difendere. il Papa, prontamente informato, gli ha concesso un periodo di congedo a tale scopo. Un comunicato del Vaticano spiega che "durante l’assenza del prefetto, la Segreteria per l’Economia continuerà a svolgere i propri compiti istituzionali. I Segretari rimarranno in carica per il disbrigo degli affari ordinari, donec aliter provideatur".
"Il Santo Padre – si legge ancora nella Nota – che ha potuto apprezzare l’onestà del card. Pell durante i tre anni di lavoro nella curia romana, gli è grato per la collaborazione e, in particolare, per l’energico impegno a favore delle riforme nel settore economico e amministrativo e l’attiva partecipazione nel Consiglio dei cardinali (C9)". Quindi, si ricorda che "il cardinale Pell da decenni ha condannato apertamente e ripetutamente gli abusi commessi contro minori come atti immorali e intollerabili, ha cooperato in passato con le Autorità australiane (ad esempio nelle deposizioni rese alla Royal Commission), ha appoggiato la creazione della Pontificia commissione per la tutela dei minori e, infine, come vescovo diocesano in Australia ha introdotto sistemi e procedure per la protezione di minori, e per fornire assistenza alle vittime di abusi".
Aggiornato alle ore 9.45
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