Brutte nuove per il Papa sul fronte abusi
L’agenzia Associated Press trova un documento del 2015: “Francesco sapeva del vescovo cileno Barros”
Non c’è pace per il Papa sul fronte delle polemiche per le sue dichiarazioni in terra cilena a difesa del vescovo Juan Barros, neppure ora che ha inviato a Santiago l’esperto mons. Charles Scicluna con l’incarico di ascoltare le vittime e quanti hanno “evidenze” da portare. Francesco ha sempre sostenuto l’innocenza di Barros argomentando – l’ha fatto anche davanti ai giornalisti – tale fiducia con il fatto di non aver mai avuto né prove né “evidenze” sulla sua colpevolezza. Di più: il Papa ha detto che nessuna delle vittime gli aveva riferito alcunché in merito. Ora però l’Associated Press svela un documento datato 3 marzo 2015 in cui una vittima – Juan Carlos Cruz – raccontava in otto pagine “gli abusi, i baci e le carezze subite da padre Karadima alla presenza di mons. Barros”. La lettera sarebbe stata consegnata da quattro membri della commissione pontificia per la Tutela dei minori al presidente dell’organismo, il cardinale Séan O’Malley, autore della dura reprimenda al Pontefice pubblicata sul sito della diocesi di Boston. Secondo Cruz, O’Malley avrebbe consegnato al Papa brevi manu il documento tre anni fa, ricevendone conferma subito dopo l’Incontro con le famiglie di Philadelphia (era il settembre del 2015). Marie Collins, altro membro della commissione che nel frattempo ha rassegnato le dimissioni in polemica con le lentezze vaticane sul fronte della trasparenza riguardo ai casi d’abuso, ha confermato tutto: “O’Malley ci assicurò che aveva consegnato la lettera”. Una situazione sempre più intricata che vede il Papa al centro di uno scontro il cui vincitore è tutt’altro che scontato.