Il Papa boccia i vescovi tedeschi: "Niente intercomunione con i protestanti"
Accolte le proteste dei sette vescovi che si erano opposti alla decisione presa dalla maggioranza della Conferenza episcopale tedesca: "I tempi non sono maturi" per questo passo. Il verdetto è firmato dal prefetto Ladaria
Roma. Il Papa ferma i vescovi tedeschi e dice che non è ancora il momento di autorizzare la cosiddetta “intercomunione”, ossia la possibilità che un coniuge protestante di un cattolico possa accedere al sacramento dell'eucaristia. Il via libera era stato dato dalla stragrande maggioranza dei presuli della Conferenza episcopale tedesca lo scorso inverno, con un documento fortemente sponsorizzato dal cardinale presidente, Reinhard Marx. Solo sette vescovi si erano opposti, tra i quali c'è il cardinale arcivescovo di Colonia, Rainer Maria Woelki, discepolo di Joachim Meisner.
Il Papa aveva voluto vederci chiaro, anche perché i sette vescovi avevano chiamato in causa direttamente la Santa Sede affinché si pronunciasse sulla materia. Al termine di un incontro a Roma tra le due “fazioni” tenutosi lo scorso 3 maggio, Francesco aveva invitato a proseguire il confronto, cercando una soluzione unanime. Ora il verdetto, con una lettera inviata al cardinale Marx firmata da mons. Luis Ladaria, prefetto della congregazione per la Dottrina della fede. Nella missiva – il cui contenuto è integralmente riportato sul sito del vaticanista Sandro Magister – si chiarisce che “il testo del sussidio solleva una serie di problemi di notevole rilevanza. Il Santo Padre è perciò giunto alla conclusione che il documento non è maturo per essere pubblicato”.
Una decisione presa dopo due udienze concesse dal Pontefice a mons. Ladaria (11 e 24 maggio), e non è un caso che le motivazioni alla base del giudizio negativo siano riportate “con l'esplicito consenso del Papa”. In sostanza, si legge, “appare opportuno lasciare al vescovo diocesano il giudizio sull'esistenza di una 'grave necessità incombente'”. Francesco ha poi manifestato “grande preoccupazione che nella Conferenza episcopale tedesca resti vivo lo spirito della collegialità episcopale”.
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