Il prefetto laico
Paolo Ruffini è l’uomo scelto dal Papa per rimettere in piedi i media vaticani dopo il caso-Viganò
Roma. Paolo Ruffini, giornalista, direttore di rete (ora a Tv2000, il canale della Cei, ma prima a La7 e RaiTre), nipote di un cardinale (Ernesto, arcivescovo di Palermo), è il nuovo prefetto del dicastero per la Comunicazione. E’ il primo laico a entrare in curia con il titolo di prefetto, finora riservato a vescovi e preti. Sostituisce mons. Dario Edoardo Viganò, caduto in disgrazia dopo il caso della lettera di Benedetto XVI manipolata, letta solo in parte ed emendata della sua parte più problematica, quella cioè che conteneva le critiche al coinvolgimento nella stesura dei “volumetti” sulla filosofia e teologia di Papa Francesco del tedesco Peter Hünermann, noto per le sue posizioni anti ratzingeriane. Ruffini, apprezzato da chiunque abbia lavorato con lui (è sufficiente scorrere il comunicato diffuso da Tv2000), avrà il compito di ricomporre i cocci in un dicastero che – nonostante sia giovane – presenta già problemi non da poco, con mugugni arrivati fino in Segreteria di stato. Gli accorpamenti tra i diversi media hanno creato qualche crisi di rigetto, e il mantra dello sviluppo tecnologico sbandierato un giorno sì e l’altro pure non è servito a tacitare chi ritiene il progetto di sistemazione dell’informazione vaticana un’operazione sbagliata, pensata male e attuata peggio.