Papa Francesco si recherà in Marocco a fine marzo (Foto LaPresse)

“Francesco non decanti l'islam come fanno gli sciocchi leader occidentali”

Giulio Meotti

L’intellettuale algerino Sansal ha un messaggio per il papa in vista del suo viaggio in Marocco 

Roma. Papa Francesco andrà in Marocco a fine marzo, tappa storica in quel dialogo interreligioso su cui la Santa Sede ha scommesso molto. Ed è uno scrittore arabo-musulmano, Boualem Sansal, a rivolgersi a Francesco con un saggio pubblicato dalla Revue des Deux Mondes, magazine che si pubblica in Francia dal 1829. Non capita spesso che un intellettuale islamico scriva criticamente dell’approccio del Papa sulla propria religione. Sansal invita Francesco a maturare dell’islam una visione realista, “per aiutare il musulmano di base oggi spodestato nel suo libero arbitrio dai fondamentalisti, dalla macchina della comunità e dalla nuova rivoluzione, per aiutare l’islam a rompere l’impasse oscura in cui lo ha rinchiuso da dieci secoli il letteralismo”. “L’ostinato silenzio dei leader europei sulle religioni, in particolare l’islam, stupisce e delude”, scrive il romanziere algerino autore di “2084”. “La loro conoscenza delle religioni è filiforme, sembra che non sentano nulla dei movimenti tettonici che le agitano, o ne che ne sappiano poco, il che è ancora più pericoloso”.

 

Sansal parla di un “atteggiamento suicida e persino criminale nel contesto attuale, segnato dalla vertiginosa espansione di un arrogante islam esclusivista e radicale. È come vivere ai piedi di un vulcano e non capire che si prepara a scoppiare”. Come spiegare questo atteggiamento? Sansal formule alcune ipotesi. “La prima è che sappiano e si siano promessi di non fare nulla, preferendo distogliere lo sguardo. Il male sarebbe troppo radicato. L’altra ipotesi è che, paralizzati dal pericolo, facciano affidamento alla società, sperando che il suo sistema immunitario finirà per digerire il corpo estraneo”. Una terza ipotesi, dice Sansal, è che “molti leader abbiano abbracciato l’idea che l’alternanza religiosa nella società sia possibile dopo tutto, e anche desiderabile, perché no?”. Ma avverte: “L’islam, l’ultima religione arrivata in Europa, ha un intrinseco impedimento all’integrazione nel quadro europeo fondamentalmente giudaico-cristiano, anche se questo referente si è eroso”. L’ultimo libro di Olivier Roy si intitola proprio così: L’Europe est-elle chrétienne ? La risposta è no: “La scristianizzazione ha preso il posto della secolarizzazione”.

 

Spiega Boualem Sansal che “tutti i paesi musulmani rifiutano l’idea stessa di integrazione e ritengono che essere chiamati a fondersi nella melassa giudeo-cristiana sia apostasia”. Avviene il contrario: “I nuovi imam invitano l’Europa a unirsi senza indugio alla ummah (la comunità dei musulmani) a cui lavorano con un certo successo”. Secondo Sansal, storicamente i Papi hanno sempre vissuto nella paura dell’islam, “fin da quando all’inizio del VII secolo hanno appreso della nascita di una nuova religione di un mercante scelto da Dio per completare la missione di Abramo e Gesù e quando, nel 637, l’esercito islamico conquistò Gerusalemme e l’intero medio oriente, culla storica del cristianesimo. Seguiranno l’avanzata irresistibile dell’islam in occidente, il Nord Africa giudaico-cristiano che si converte immediatamente, l’attacco alla Spagna cattolica, Bisanzio, Vienna e il progetto su Roma presente in tutta Europa. Orrore, l’islam ha ingoiato il mondo”.

 

Una religione, scrive Sansal, “cui nessuna civiltà è mai sopravvissuta”. Lo scrittore algerino ritiene che Francesco “sulla religione che perseguita i suoi predecessori ha una nuova visione gentile, simpatetica, incoraggiante: l’islam non è il nemico ereditario della cristianità, è il suo amico intimo”. La critica di Sansal al Vaticano è che sull’islam emuli i leader occidentali “che ne parlano con deferenza”. A volte Francesco va oltre, “quando richiama la violenza cattolica e persino la violenza domestica per relativizzare la violenza islamica e, in un certo senso, giustificarla. Francesco non può ignorare l’espansione dell’islam radicale nel mondo e nel cuore stesso del dominio cristiano. Ma i tempi sono cambiati, i Papi non hanno più a disposizione questi eserciti che erano gli stati cristiani, hanno solo il loro magistero, che è diventato confuso negli anni, mentre l’islam è più concentrato che mai nella sua missione profetica”. Conclude Sansal: “Il Papa si è dichiarato a favore di un dialogo rafforzato con l’islam, ma questo è diventato un elenco delle rimostranze dell’islam e dei mezzi per concedergli sempre più spazio”. Il rischio, come nel logo vaticano per il viaggio in Marocco, è che la croce venga ingoiata dalla mezzaluna.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.