Papa Francesco apre il summit del mea culpa sugli abusi
Il Pontefice ha dato il via ai lavori in Vaticano nell’Aula nuova del Sinodo: "Il popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre"
La via da seguire per Papa Francesco è quella della "concretezza". Nell'aprire i lavori del vertice vaticano sugli abusi sessuali da parte di membri del clero, il Pontefice ha avvertito i presidenti delle conferenze episcopali nazionali sottolineando come "il popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre", in modo da "trasformare questo male in un'opportunità di consapevolezza e di purificazione".
Sul corale mea culpa in Vaticano, che l'arcivescovo di Chicago cardinale Blase Cupich aveva definito essenziale in quanto "in gioco non c’è il pontificato di Francesco ma la chiesa", secondo Francesco "grava il peso della responsabilità pastorale ed ecclesiale che ci obbliga a discutere insieme, in maniera sinodale, sincera e approfondita su come affrontare questo male che affligge la Chiesa e l'umanità": "Dinanzi alla piaga degli abusi sessuali perpetrati da uomini di Chiesa a danno dei minori, ho pensato di interpellare voi, patriarchi, cardinali, arcivescovi, vescovi, superiori religiosi e Responsabili, affinché tutti insieme ci mettiamo in ascolto dello Spirito Santo e con docilità alla Sua guida ascoltiamo il grido dei piccoli che chiedono giustizia".
Necessario secondo il Papa sarà uno spirito di collegialità: "Iniziamo, dunque, il nostro percorso armati della fede e dello spirito di massima parresia, di coraggio e concretezza. Come sussidio, mi permetto di condividere con voi alcuni importanti criteri, formulati dalle diverse Commissioni e Conferenze Episcopali. Sono delle linee-guida per aiutare la nostra riflessione che vi verranno consegnate. Sono un semplice punto di partenza".
Qui Matteo Matzuzzi ha riassunto ciò di cui si parlerà davvero al vertice sugli abusi: