“Vietato criticare alle spalle il Papa”. Francesco dà l'ultimatum ai nunzi
La chiesa è ferita, “ci vuole mitezza”. E il Pontefice chiede di smetterla di scrivere sui blog
Roma. “È inconciliabile l’essere rappresentante pontificio con il criticare alle spalle il Papa, avere dei blog o addirittura unirsi a gruppi ostili a lui, alla curia e alla chiesa di Roma”. Francesco avrà fatto sobbalzare qualche nunzio, magari assente, consegnando ai rappresentanti pontifici convenuti a Roma per il consueto incontro triennale con gli uffici di curia. I riferimenti non sono per nulla casuali, se si considera che solo pochi giorni fa, dalle colonne dell’austero, liberal e molto anticattolico Washington Post, l’ex nunzio Carlo Maria Viganò rinfocolava la sua personale battaglia contro il Papa ribadendo che di Theodore McCarrick Bergoglio sapeva ogni malefatta e nulla ha fatto per anni, salvo poi togliergli la porpora quando non poteva fare altrimenti e le magistrature secolari già puntavano alla giugulare del cardinale. Il Pontefice ha presentato una sorta di decalogo, una sorta di prontuario rapido per i diplomatici della Santa Sede impegnati nelle varie parti del mondo. Chiede umiltà e basso profilo per poter lavorare al meglio nell’ospedale da campo, arrivando a deplorare il comportamento di quei nunzi che cercano “il lusso, gli indumenti e gli oggetti firmati in mezzo a gente priva del necessario”.
Che il clima non sia proprio bello nei corridoi dei sacri palazzi non è un mistero, le critiche sono all’ordine del giorno, vengono sì dalla destra iperconservatrice ma sempre più anche da quella sinistra liberal (per lo più d’oltreoceano) che per anni ha teorizzato imminenti rivoluzioni di pastorale e dottrina parlando di vento primaverile entrato a rinfrescare i paludati corridoi del Vaticano. Il Papa sa che la battaglia dentro la chiesa è cruenta e dura da tempo, lo ammette e indica anche chi ne è il responsabile, che agisce nell’ombra o attraverso blog e siti internet (ah, lo Zeitgeist). Il caso ha voluto che proprio stamattina fosse diffusa dalla Civiltà Cattolica la conversazione avuta dal Papa in Romania con un gruppo di gesuiti all’inizio di giugno. Rispondendo a una domanda di un confratello ignaziano, Francesco ha detto che “la chiesa è tanto ferita, e oggi è pure tanto ferita da tensioni al suo interno. Mitezza, ci vuole mitezza! E ci vuole davvero coraggio per essere miti! Ma bisogna andare avanti con la mitezza. Questo non è il momento di convincere, di fare discussioni. Se uno ha un dubbio sincero, sì, si può dialogare, chiarire. Ma non rispondere agli attacchi”. Altro riferimento al caso Viganò, che la scorsa estate era arrivato al punto da chiedere le dimissioni del Papa tramite comunicato diffuso a vari media, salvo poi riparare in un luogo protetto e sconosciuto.
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