Emanuela Orlandi, tombe scoperchiate in Vaticano
La Santa sede da sempre accusata di avere intralciato la ricerca della verità. Ora, tra pavimenti scavati sulla Salaria e sepolcri aperti nel Camposanto teutonico, almeno questo refrain potrà essere archiviato
La triste vicenda di Emanuela Orlandi s’è ormai trasformata in una saga che neppure Dan Brown, probabilmente, avrebbe saputo mettere su carta. Dopo i resti trovati sotto il pavimento della nunziatura italiana e subito collegati alla ragazza scomparsa nel 1983 – era l’apertura di parecchi siti d’informazione – salvo poi scoprire da qualche trafiletto a pagina 25, 27, 32 che erano ossa di un antico romano – adesso è la volta della tomba vaticana. Messaggi segreti, enigmi da risolvere, statue di angeli che indicherebbero di scavare proprio lì dove indica il dito. E misteriose manine che periodicamente adornano di freschi fiori due vecchie tombe, apparentemente senza motivo.
Dopo altre lettere ai giornali, dichiarazioni di avvocati e interviste, da oltretevere hanno dato il via libera a scoperchiare le tombe sospette, il prossimo 11 luglio. E’ la prima fase di un’operazione, si spiega in Vaticano, che porterà poi alla catalogazione dei reperti e alla datazione dei resti. Per anni la famiglia Orlandi ha denunciato la scarsa – o nulla – collaborazione delle autorità vaticane nell’inchiesta che si riprometteva di chiarire che fine avesse fatto Emanuela. Ora, tra pavimenti scavati sulla Salaria e sepolcri aperti nel Camposanto teutonico, almeno questo refrain potrà essere archiviato. Che poi si trovi qualcosa, lo diranno gli esami. Ma almeno per una sera i torbidi sospetti sull’oscuro Vaticano che tutto nasconde potranno essere riposti nel vasto libro dei complotti.
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