Papa Giovanni Paolo II (foto LaPresse)

Studenti in rivolta

Lettera di 240 allievi dell’Istituto Giovanni Paolo II in cui denunciano i nuovi statuti: “Profondo sgomento”

Roma. Tra i diversi punti del lungo e approfondito comunicato che l’Istituto Giovanni Paolo II ha diffuso lunedì per smentire le presunte falsità messe in giro da certa stampa che aveva parlato di epurazioni di docenti legati al vecchio corso e di stravolgimento della natura dell’istituto voluto da Karol Wojtyla si chiariva che la storia della lettera dei 150 studenti “ribelli” non era vera. “A oggi – si legge nel comunicato – alle autorità accademiche risulta giunta una sola lettera da parte dei rappresentanti degli studenti del corso di licenza e di master in cui chiedono spiegazioni circa le novità in atto. A differenza di quanto divulgato, tutti gli studenti sono stati prontamente informati delle novità e rassicurati, a norma dell’art. 89 dello statuto, circa la validità triennale dei vecchi programmi di studio”. Ieri però, intervistato da Vatican News, il preside Sequeri si è detto “sorpreso per il fatto che la lettera sia stata resa pubblica prima ancora che i destinatari dessero riscontro e avessero tempo materiale di rispondere”. Quindi la risposta c’è stata o no? Poche ore dopo il comunicato stampa è andato online un sito (appellostudentigp2.com) che oltre a riportare la lettera integrale e tradotta in diverse lingue – sono specificati anche i termini d’invio a mons. Paglia e mons. Sequeri, con orari e date – pubblica la lista dei 240 firmatari che hanno dato il consenso a comparire pubblicamente. Di seguito, pubblichiamo integralmente la lettera. 

 

Alla cortese attenzione di mons. Pierangelo Sequeri

Preside Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II

 

p.c. a Sua Ecc. mons. Vincenzo Paglia

Gran Cancelliere Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II

 

Rev. Mons. Sequeri,

Nelle ultime ore, molti studenti ci hanno espresso la loro immensa preoccupazione per l’improvvisa pubblicazione dei nuovi statuti e il nuovo ordinamento degli studi del nostro Istituto, insieme alla triste notizia del licenziamento di due professori le cui cattedre occupano un ruolo centrale nella formazione offerta dall’Istituto. Vista la crescente preoccupazione, e per adempiere al nostro dovere di rappresentanti, ci rivolgiamo a Lei, come preside dell’Istituto, e quindi garante, anche, della continuità degli studi e dei diritti degli studenti del nostro Istituto.

 

Tristemente sgomenti dal modo in cui siamo stati avvertiti dei cambiamenti cruciali che ci riguardano direttamente come studenti, vorremmo iniziare esprimendo la nostra più grande preoccupazione: la perdita della linea formativa e, quindi, della identità del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II, che, in ogni caso, è stato il motivo principale per cui, la maggior parte degli studenti (e dei loro superiori) ha, appunto, scelto questo Istituto per la loro formazione.

 

L’identità del GP2

Sebbene lo stesso Papa Francesco esprima nel suo motu proprio “Summa familiae cura”, già nel primo articolo, il suo desiderio di continuare con l’ispirazione originale di Giovanni Paolo II, cioè la sua speciale proposta di insegnamento nella chiesa, restiamo sorpresi dal fatto che nel nuovo ordinamento degli studi non si parla né si trova un corso sulla teologia del corpo o sull’insegnamento di Giovanni Paolo II, piuttosto tutto sembra essere ridotto al corso introduttivo “La Communio personarum…”. Sorgono, dunque, le seguenti domande:

 

come verrà specificamente salvaguardata questa identità che è il centro degli insegnamenti di Giovanni Paolo II?

 

come evitare che il “dialogo con altre discipline” – che tra l’altro già si trova nel vecchio piano di studio – diventi una mera sovrapposizione di visioni diverse sullo stesso argomento senza coesione interna, tipico degli studi interdisciplinari della maggior parte delle università secolari?

 

Perché continuare a studiare all’Istituto Giovanni Paolo II se non sembra proporre nulla di nuovo rispetto a ciò che possiamo trovare tra gli altri curricula delle università secolari, e tante volte, anche in modi più attraenti ed efficaci?

 

D’altra parte, Giovanni Paolo II, nel suo motu proprio “Magnum Matrimonii Sacramentum”, paragrafo 8, ha espresso la sua intenzione che l’Istituto fosse “affidato allo speciale patrocinio della Beatissima Maria Vergine di Fatima”. Per il resto, conosciamo bene l’intima relazione che il nostro Istituto ha sempre avuto con questa invocazione mariana dopo l’attacco del 13 maggio 1981. Ecco perché crediamo sia cruciale che anche questo Istituto, rifondato da Papa Francesco al fine di migliorarlo e anche rafforzarlo, sia consacrato alla Madonna di Fatima.

 

Cattedra di Morale fondamentale

Al centro della nostra preoccupazione sull’identità dell’Istituto si trova la soppressione della cattedra di Teologia morale fondamentale. Sappiamo quanto importante sia stato per san Giovanni Paolo II lo studio dell’azione umana al punto che ha affidato questa cattedra proprio al primo preside, il cardinale Carlo Caffarra. Inoltre, l’attività di questa cattedra, specie nell’area di ricerca, stabilita dal cardinale Scola, è stata lodata direttamente da Benedetto XVI. Per questo risulta incomprensibile la motivazione ufficialmente fornita per giustificare la soppressione di questa cattedra, cioè che essa appartiene al primo ciclo degli studi teologici. Se è così, perché allora continua a esserci una cattedra di Antropologia teologica e c’è addirittura una nuova di Teologia fondamentale? Nei corsi di mons. Melina non si trattava, infatti, solo dei princìpi generali della Morale fondamentale, ma essi erano intimamente collegati alla morale coniugale e della famiglia, come abbiamo potuto sperimentare nell’insegnamento da lui ricevuto. Inoltre, perché questo impedimento appare all’improvviso così insormontabile se questa è una cattedra in vigore da trentotto anni?

 

In questo senso, come studenti, vogliamo sottolineare l’importanza che questa cattedra ha avuto per noi: senza dubbio essa è una delle più grandi novità e ricchezze che, fino a oggi, l’Istituto ha offerto alla chiesa e alla società. In un mondo in cui tutto sembra essere diviso tra una visione relativistica oppure legalistica dell’etica, la visione insegnata dall’Istituto ci consente di comprendere la moralità come un percorso di pienezza e di senso per l’essere umano, dove l’uomo è responsabile delle sue azioni, ma allo stesso tempo, sempre conta sull’aiuto della grazia e delle virtù che lo aiutano a vivere una vita buona. Questa concezione della moralità, in cui la santità è al centro, ci permette di rispondere con speranza a tanti casi difficili all’interno di matrimoni e famiglie.

 

Licenziamenti dei nostri professori

Per quanto riguarda il licenziamento inaspettato di due dei nostri professori dell’Istituto, mons. Livio Melina e padre José Noriega, ci preoccupano e ci allarmano diverse cose:

 

1. Il modo improvviso e incomprensibile per noi in cui sono stati licenziati, senza reali ragioni, due professori che sono di gran prestigio non solo all’intero dell’Istituto, ma che rappresentano un punto di riferimento internazionale, come dimostrato dalla loro lunga carriera accademica. Nel caso in particolare del prof. Melina, ciò significa non riconoscere alcun suo merito dopo trentadue anni di insegnamento, ventotto come professore stabile e anni come preside del nostro Istituto che sotto la sua guida ha visto una espansione in tutto il mondo.

 

2. Il fatto che con il licenziamento si indebolisca uno dei pilastri formativi dell’Istituto, come lo sono la Morale fondamentale e la Teologia morale speciale.

 

3. Il fatto che due mesi prima dell’inizio del nuovo anno accademico, 2019/20, con un piano di studio reso noto dall’Istituto stesso a giugno scorso e al quale molti studenti si sono già registrati, ci viene notificato l’immediato licenziamento di mons. Melina e il prof. Noriega, considerando che ciascuno di loro offriva ogni anno un corso obbligatorio, uno opzionale e due seminari di studio, oltre a dirigere tante tesi tuttora in corso. Inoltre, il prof. Noriega dirige con grande successo e riconoscimento la rivista istituzionale Anthropotes e i progetti editoriali dell’Istituto.

 

4. Non aver considerato la grande stima di cui godono entrambi i professori tra gli studenti, come evidenziato nelle schede di valutazione docente e il numero di studenti che ogni anno li scelgono come relatori delle loro tesi.

 

Sul nuovo ordinamento degli studi

Per tutte queste riflessioni finora esposte, e dopo aver esaminato il documento pubblicato ieri, 23 luglio, sul sito web dell'Istituto, Le chiediamo una risposta chiara sui seguenti argomenti:

 

Cosa accadrà alle altre offerte accademiche del nostro Istituto come: il Ciclo speciale del Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia, il Master di secondo livello in Bioetica e Formazione, il Master in Fertilità e Sessualità Coniugale e il Master e Diploma in Pastorale Familiare?

 

A coloro che hanno il prof. Melina o il prof. Noriega come relatori verrà garantita la possibilità di portare a termine la tesi con gli stessi relatori?

 

Cosa verrà garantito a coloro che si sono già iscritti a corsi o seminari tenuti dal prof. Melina o prof. Noriega?

 

Sebbene le cattedre di prof. Melina e prof. Noriega siano state eliminate, c’è il corso “Teologia morale dell’amore e della famiglia”. Perché i due docenti non possono insegnare la Teologia in questo corso?

 

L’ordinamento degli studi pubblicato si limita a nominare i corsi, con titoli che non dicono molto sul loro contenuto. Chiediamo che vengano pubblicati il ​​contenuto, la bibliografia e i nomi dei professori che dettano ogni corso, perché gli studenti possano discernere in modo informato se vogliono o meno seguire il nuovo piano di studio.

 

Vengono menzionati corsi opzionali, tuttavia non compaiono nemmeno i loro titoli.

 

L’incertezza generata dai cambiamenti è così grande che alcuni studenti vogliono conoscere la modalità di rimborso delle tasse universitarie già versate, nel caso in cui la situazione non fosse chiarita oppure non fosse data una risposta soddisfacente alle richieste degli studenti.

 

I nostri diritti come studenti

L’articolo 89, §1, dei nuovi statuti, garantisce che “gli studenti iscritti nel periodo di vigenza del precedente ordinamento degli studi, potranno scegliere di proseguire il percorso formativo in esso previsto”, mentre il paragrafo §2 dice “i vecchi piani di studio si estingueranno dopo tre anni dall’approvazione del nuovo ordinamento degli studi”. Tuttavia, due professori che insegnano cattedre fondamentali all’interno del vecchio ordinamento sono stati licenziati. In che modo Lei come preside intende quindi garantire il rispetto degli statuti entrati in vigore e i diritti degli studenti?

 

In questo senso, chiediamo che:

 

​ci sia garantita la continuità di insegnamento per tre anni, previsti come periodo di transizione dagli statuti, dei professori Melina e Noriega, sia nei corsi già approvati per l’anno accademico 2019/20, sia nel loro lavoro di relatori. In caso contrario, l’articolo 89 che disciplina la transizione sarebbe violato.

 

Sia garantita almeno nello stesso periodo la continuità di insegnamento di tutti i nostri docenti finora presenti, sia quelli stabili che quelli incaricati a tempo pieno e parziale.

 

Chiediamo che il professor José Granados venga riconfermato come vicepreside almeno per i prossimi tre anni di transizione, in modo che gli studenti anche in questo modo possano avere garanzia della continuità della “lungimirante intuizione” fondatrice di san Giovanni Paolo II e riconfermata da Papa Francesco.

 

Le chiediamo inoltre, anche se non è direttamente connesso al nostro piano degli studi, di garantire la continuità del lavoro di tutto il personale non docente e amministrativo del nostro Istituto: sono anche loro che tutti i giorni, da anni, in uno spirito di famiglia ci permettono uno studio serio e sereno in un clima di accoglienza e unità.

 

Infine, vorremmo, una volta in più, sottolineare che il corpo studentesco ha deciso di rivolgersi a Lei, mons. Sequeri, sia per la fiducia che finora ha sempre riposto in Lei come uomo di comprovata reputazione accademica, sia per la sua funzione di preside, e quindi, garante della continuità dell’eredità dell’Istituto Giovanni Paolo II e garante dei diritti degli studenti.

 

Saremo grati se ci potrà dare una risposta esauriente e davvero tempestiva a quanto richiesto in questa lettera al fine di decidere e organizzare di conseguenza il nostro futuro, accademico e personale, in accordo anche, ove necessario, con i nostri superiori o responsabili.

 

La ringraziamo della Sua attenzione. Dio La benedica e San Giovanni Paolo II diriga i Suoi passi.

 

Marc Adrien

Rappresentante Licenza e Dottorato

 ​

Nicole Haddad

Rappresentante del Master