La rivoluzione fallita dei forzieri vaticani
Se ne va dal Vaticano pure il capo della vigilanza finanziaria. Delle grandi riforme annunciate è rimasto poco
Eccellenza, ma cosa succede? Adesso si è dimesso pure René Brühlart, presidente dell’Aif, l’autorità di informazione finanziaria, l’organismo di vigilanza riformato proprio sotto la guida dello svizzero ha completato il suo processo di riforma. “Diciamo che è un altro bel colpetto alla rivoluzione annunciata e, diciamolo pure, per ora fallita, dei forzieri vaticani. Non ne va bene una, tra indagini continue, gendarmi che si dimettono, commissioni istituite e cassate”. Le liti tra cardinali, tra Parolin e Becciu!, aggiungo. “Vero, è così, purtroppo”. Ma cosa s’è inceppato, cosa è accaduto? “Si è fatto il passo più lungo della gamba, come spesso è accaduto in questi ultimi anni. Annunci forti, cambiamenti previsti, c’è chi voleva e preconizzava addirittura la chiusura dello Ior. Quanta ingenuità, quanto tempo perso, quanto pressappochismo s’è visto in questi anni”. Anche il Papa ha fatto il passo più lungo della gamba? “Il Santo Padre non conosceva la curia né i suoi meccanismi. Ha messo in pratica quanto si era discusso nelle riunioni prima del Conclave, con la messa all’indice – anche un po’ fuori luogo ed eccessiva – della stagione di Tarcisio Bertone. Per cui lui ha fatto quanto i cardinali avevano domandato, soprattutto gli stranieri, che di come funziona qua sanno ben poco. Certo, dopo una partenza sprint tutto si è fermato e nulla è cambiato. Ma siamo sicuri che proprio tutto fosse da buttare? Io non ne sono convinto, e forse anche il Papa ha capito che la foga giustizialista di chi vedeva tutto marcio era di gran lunga esagerata”.