(foto LaPresse)

Scisma metodista

Pasquale Annicchino

La crisi nella chiesa americana va oltre gli Stati Uniti. A risentirne sarà il cristianesimo globale

La chiesa metodista unita potrebbe presto smettere di esserlo. Alla chiesa appartengono quasi tredici milioni di fedeli nel mondo, di cui sette negli Stati Uniti. Per anni, Hillary Clinton e Jeff Sessions hanno potuto convivere sotto lo stesso tetto offerto dalla chiesa e dalla sua dottrina. Tuttavia la polarizzazione che oggi caratterizza la società americana influenza tutti i contesti culturali, religioni comprese. Sin dal 1972 la chiesa aveva stabilito l’incompatibilità dell’omosessualità con l’insegnamento cristiano, anche se le singole chiese avevano nel tempo adottato atteggiamenti diversi e contrastanti. A nulla è servito il voto della Conferenza generale dello scorso anno che, con 438 voti a favore e 384 contrari, aveva ribadito il principio originariamente stabilito nel 1972. Il voto aveva segnato la vittoria del Traditional Plan sul One Church Plan che invece proponeva di lasciare libere le singole chiese di decidere se avere membri del clero lgbt o se celebrare matrimoni dello stesso sesso. I tradizionalisti hanno ripetutamente chiesto il rispetto della decisione, ma numerosi vescovi avevano nuovamente cominciato a non applicare quanto deliberato dalla Conferenza generale continuando a contestare tale decisione. La separazione è apparsa quindi inevitabile a molti. Rappresentanti delle diverse fazioni hanno provato a evitare una scissione travagliata che avrebbe contribuito a dividere ancora di più la comunità e comportato ingenti costi legali. Così, lo scorso 3 gennaio, è stato reso pubblico il piano della separazione, che dovrà essere approvato dalla Conferenza generale di Minneapolis del prossimo maggio. Un documento di 9 pagine, firmato il 17 dicembre 2019, e intitolato “Protocol of reconciliation & grace through separation” che sorprende per la sua particolare natura “politica” e che sembra non voler affrontare nessuno dei temi relativi alle divergenze teologiche fra i diversi membri della chiesa. Anzi, il documento preferisce approfondire in maniera dettagliata questioni di natura finanziaria relative all’assegnazione delle risorse fra le nuove denominazioni che verranno a formarsi in futuro.

 

Il travaglio dei metodisti ci pare però essere solo un’ennesima spia di un disagio sempre più diffuso all’interno del cristianesimo. Alcuni storici della religione sottolineano come nel contesto statunitense non si vedevano così tanti scismi dalle controversie del diciannovesimo secolo relative alla schiavitù, quando le denominazioni cominciarono a dividersi tra nord e sud. Quella metodista può apparire una vicenda prettamente americana, figlia del dinamismo e del mercato religioso tipico degli Stati Uniti. Ma considerarla solo sotto questo aspetto costituirebbe una gigantesca miopia. Le prossime conferenze generali quadriennali dei metodisti uniti sono già fissate nel 2024 e nel 2028, rispettivamente a Manila nelle Filippine e ad Harare nello Zimbabwe, segnale di una dimensione occidentale della chiesa sempre meno rilevante. È stata infatti la componente del metodismo conservatore africano a insistere molto per la separazione.

 

Il cristianesimo africano è molto più conservatore di quello europeo o statunitense e la demografia è dalla sua parte. Ci sono tutti i segnali necessari per comprendere che i conflitti continueranno e andranno al cuore del cristianesimo globale. Qualcuno pensa di poter far finta di non vederlo? Quello che succede in Africa non resta in Africa. È solo durante il Medioevo che il cristianesimo ha cominciato a identificarsi con la tradizione occidentale. Ora la demografia cambia tutto e la profezia della “Terza chiesa” non appare più così lontana. Cosa accadrà quando quel che resta del cristianesimo occidentale vedrà nel nuovo cristianesimo che si sviluppa nelle periferie del mondo solo istanze carismatiche, visionarie ed apocalittiche? Allora forse non ci chiederemo solo se una comunità di tredici milioni di fedeli come quella dei metodisti uniti potrà mai restare unita, ma la domanda travolgerà la stessa natura ed essenza del cristianesimo globale.

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