Paolo VI alla chiusura del Vaticano II, nel dicembre del 1965, si attendeva che il Sinodo universale fosse capace di sprigionare, nella sua vitalità, “generose e ordinate energie”. Non è andata così, e per quel Papa fu motivo di altra malinconia. Cinquantacinque anni dopo Enzo Bianchi, che proprio in quell’anno fondò la comunità monastica di Bose, è stato allontanato da Papa Bergoglio, insieme con i collaboratori più stretti, dalla comunità. Bianchi amareggiato si è riferito all’amore, che resta oltre le cose che finiscono. L’amore, concetto generoso, e pratica infinita di carità, ma non ordinata energia. Sembra che tra il fondatore e il successore fosse in atto una poco fraterna contesa di potere, spirituale s’intende, ma non solo, e che su questo incaglio doloroso la storia sia finita (male). Ritrarsi da una situazione per la quale si hanno responsabilità fondative richiede ordine e energia, l’amore in questo caso va al seguito. Altrimenti nascono inauditi pasticci.
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