Sul Foglio di martedì Maurizio Crippa ha scritto un pezzo molto bello sull’inevitabile fallimento dei programmi papali e il presunto “eccezionalismo italiano” in ordine alla tenuta “antropologica e popolare” del nostro cattolicesimo. Siccome condivido pressoché in toto quanto egli dice, sono rimasto profondamente colpito dal suo giudizio tranchant sul progetto culturale ruiniano. Lo riporto per intero: “Il progetto culturale della chiesa italiana di epoca ruiniana, basato com’era sul presupposto di un eccezionalismo cattolico da mettere a frutto, è stato un disastro inconcludente. Perché si basava su un’astrazione e non sulla constatazione che il cattolicesimo in Italia, come nel resto dell’occidente, è una minoranza residuale, che al massimo può essere ‘creativa’, diceva Ratzinger, ma non egemonica”.
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