In questa torbida vicenda di oboli, fratelli, palazzi e tanti denari, uno tra i primi a reagire alla defenestrazione del potente cardinale focolarino Giovanni Angelo Becciu, settantaduenne sardo di Pattada, cacciato dal Papa in persona al termine di un'udienza pomeridiana definita dai testimoni “burrascosa” – Francesco gli ha imposto la rinuncia alla carica di prefetto della congregazione per le Cause dei santi e ai diritti connessi al cardinalato – è stato George Pell. Lui cardinale con tutti i diritti lo è ancora, essendo stato assolto con verdetto unanime dall'Alta corte australiana dopo anni di gogna e accuse infamanti quanto ridicole (per i più smemorati: dicevano avesse stuprato due coristi nella sagrestia della cattedrale di Melbourne, ancora rivestito dei paramenti sacri). Appena saputo dell'uscita di scena di Becciu, ha rilasciato uno stringato comunicato che dice parecchio: “Il Santo Padre è stato eletto per ripulire le finanze vaticane. Va ringraziato e bisogna congratularsi per i recenti sviluppi. Spero che la pulizia continui”.
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