Becciu convoca una conferenza stampa e descrive l'incontro con Francesco. Il cardinale Pell, dall'Australia, si complimenta con il Pontefice. Sembra "The Apprentice", ma è il Vaticano
Il declinante pontificato bergogliano sta assumendo i tratti della più cupa tragedia shakespeariana. Partito con il vento in poppa, con cardinali oranti che sentivano la brezza dello Spirito soffiare sulle vele della Barca di Francesco e correvano a dirlo a giornali e televisioni, è ridotto ora al tutti contro tutti. Faide curiali che farebbero la gioia di qualche corvo, se mai gli venisse in mente di svolazzare sui tetti d’oltretevere. Epurazioni manu papale decise in udienze pomeridiane, quando al prefetto della congregazione per le Cause dei santi andato lì con la cartella dei venerabili da beatificare e dei beati da canonizzare, viene chiesto di togliere il disturbo e di rinunciare ai diritti che il cardinalato comporta. Come se si fosse in “The Apprentice”, il reality show in cui Donald Trump pre Casa Bianca (in Italia il compito toccò a Flavio Briatore) urlava “sei fuori” ai concorrenti bocciati. Pena, quella comminata a Giovanni Angelo Becciu – dimissionato dal Papa perché accusato di “peculato” e uso disinvolto dell’Obolo di San Pietro – solitamente riservata a chi si è macchiato di colpe infami.
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