Sarà strano, bizzarro, immorale, ma all’ingrosso si può pensare che un Papa difende i suoi cardinali, i suoi sostituti, i suoi prefetti, e magari li allontana poi nel segreto da posti e funzioni delicati, Il repulisti lo fa a modo suo invece di eseguire maldestramente i mandati investigativi della Guardia di Finanza, invece di giustiziarli con l’accusa di peculato, non provata, o di abbandonarli ai lupi dello stato di Victoria e agli avvocati delle presunte vittime anonime per l’accusa di aver stuprato un paio di ragazzini, così, in cinque minuti, in sagrestia, dopo la messa di inaugurazione del nuovo vescovato nella diocesi di Melbourne. Un Papa usa una misura di cautela, di attenzione, di discrezione e di discernimento negli affari interni della chiesa. Il gesuita e biblista Martini disse una cosa enorme e grottesca quando accusò la chiesa cattolica di un ritardo di duecento anni sulla modernità. Il Papa non è un qualunque Robespierre, per non dire di Saint Just, e il dovere della chiesa è di essere in ritardo di duemila, non di duecento anni, sugli affari generali del suo tempo.
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