Esiste un aspetto forse non secondario che la vicenda della “defenestrazione” – o “downgrade cardinalizio” come la si potrebbe chiamare, poiché l’impressione generale è che sia tanto nuova da richiedere un neologismo – del cardinale Giovanni Angelo Becciu potrebbe aiutare a illuminare. Sebbene ci sia il rischio che l’illuminazione finisca per essere una lampada da terzo grado. L’aspetto da mettere in luce è il rapporto tra il ministero sacerdotale – comprendendo in esso anche il lavoro della curia, delle curie, cioè quanto di non trascurabile importanza compete all’istituzione – e la carriera ecclesiastica come un lavoro, una professione. La spinosa vicenda permette infatti di confrontare la concezione propria di Papa Francesco, celeberrimo Papa callejero delle periferie che vuole che i pastori si riconoscano dall’odore delle loro pecore, rispetto a quella che molte volte Jorge Mario Bergoglio ha definito come carrierismo. Oppure come clericalismo.
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