Bergoglio denuncia "l’abilità di qualcuno di attrarre consenso allo scopo di strumentalizzare politicamente la cultura del popolo, sotto qualunque segno ideologico, al servizio del proprio progetto personale e della propria permanenza al potere"
L’enciclica papale firmata sabato ad Assisi e pubblicata domenica dopo l’Angelus non contiene nulla di nuovo né offre spunti di riflessione particolarmente innovativi. E’ lo stesso Pontefice a premetterlo nell’introduzione, quando scrive che Fratelli tutti è un approfondimento di temi già toccati durante questi sette anni e mezzo di pontificato. Il capitolo che merita qualche riflessione in più rispetto agli altri è il quinto, ambiziosamente intitolato “La migliore politica”. Qui il Papa attacca in modo frontale il “populismo”, origine di buona parte dei mali della società odierna. Scrive: “Negli ultimi anni l’espressione ‘populismo’ o ‘populista’ ha invaso i mezzi di comunicazione e il linguaggio in generale. Così essa perde il valore che potrebbe possedere e diventa una delle polarità della società divisa. Ciò è arrivato al punto di pretendere di classificare tutte le persone, i gruppi, le società e i governi a partire da una divisione binaria: ‘Populista’ o ‘non populista’”.
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