Roma Capoccia - Spina di Borgo
Gli auguri di Papa Francesco
Lunedì il messaggio natalizio alla curia, trasformato dal Pontefice in un j’accuse ai suoi collaboratori
Manca poco al consueto messaggio augurale di Papa Francesco alla curia. Auguri che però, dal 2013, nessun cardinale o arcivescovo operativo oltretevere vorrebbe ricevere. Bergoglio ha infatti trasformato il tradizionale incontro pre natalizio in un attesissimo redde rationem in cui accusa i curiali di tutto ciò che è possibile accusarli: malati di Alzheimer spirituale, finti martiri, traditori di fiducia, approfittatori della maternità della chiesa.
L’elenco sarebbe lunghissimo e non basterebbe questo spazio. Quest’anno l’interesse è massimo: alluderà, Francesco, all’epurazione misteriosa del cardinale Giovanni Angelo Becciu, privato dei diritti connessi al cardinalato durante una burrascosa udienza di fine settembre per non meglio precisate ragioni? Dirà qualcosa, il Papa, sull’assoluzione del cardinale George Pell? Parlerà delle inchieste, dei problemi economici, dei palazzi londinesi e delle magagne che hanno a che fare con il solito problema (i soldi) che non lascia mai in pace i papi?
Qualcosa, conoscendo Francesco, lo dirà. Ma è probabile che stavolta un bel po’ di spazio lo dedicherà all’elefantiaca riforma della curia, in gestazione da sette anni e mezzo, elaborata dal C9 che per strada ha perso più di un suo componente per ragioni d’età e d’opportunità, e forse arrivata al compimento. Non resta che aspettare qualche informazione in più direttamente dal Papa, tra una badilata a un cardinale e una rampognata a un vescovo. Auguri.
Editoriali
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