L’esperienza della fede di molte nostre comunità è rimasta acerba, non è in grado di dare risposte adeguate ai problemi presenti; oppure fragile, incapace di superare le emozioni. Ma questo non spiega le ragioni di un vuoto profondo
Esteriormente ciò che più mi colpisce nelle celebrazioni liturgiche di questo santo Natale è l’esiguità della partecipazione. Le messe sono poche, la possibilità di essere presenti è contingentata, sembra vincere la paura di un possibile contagio. Essa appare più forte della stessa fede che reclamerebbe la presenza fisica a un momento così essenziale per la vita quale il raduno della comunità che celebra il grande evento dell’Incarnazione e della nascita del Verbo.
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