La giustizia terrena vaticana è inflessibile e condanna a otto anni e undici mesi di reclusione (più multa, spese processuali e risarcimento stimato in 23 milioni di euro) Angelo Caloia, già presidente dello Ior, riconosciuto colpevole di riciclaggio e appropriazione indebita aggravata. Insieme a lui, condannati anche l’avvocato Gabriele Liuzzo e il figlio di quest’ultimo, Lamberto. Per i giudici d’oltretevere guidati da Giuseppe Pignatone, i condannati si sono appropriati tra il 2001 e il 2008, di parte dei proventi derivanti dalla dismissione di oltre il 70 per cento del patrimonio immobiliare dello Ior e delle controllate italiane. Immobili dal valore di 150 milioni venduti a 93, con un ammanco di 57 milioni di euro.
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