In Vaticano sono uomini di mondo e di certo smetteranno presto gli abiti del lutto per la fine prematura dell’esperienza governativa di Giuseppe Conte, per due anni apprezzato premier che dei legami molto enfatizzati con Villa Nazareth ha fatto un punto d’onore da cerchiare in rosso sul proprio curriculum vitae. Sic transit gloria mundi, oltretevere passeranno dal Requiem al Gloria soprattutto se a succedere a Conte a Palazzo Chigi sarà davvero Mario Draghi, prototipo del saggio amministratore “costruttore” che nelle sacre stanze piace sempre, e non solo perché già studente all’Istituto Massimo dei gesuiti. La Civiltà Cattolica è un ottimo barometro degli umori al di là del Tevere, soprattutto in questo pontificato. Merita allora di essere riletto il saggio che Guido Ruta scrisse sulla rivista nel novembre del 2019. Draghi, si legge, “ha svolto un ruolo decisivo nel preservare l’Unione economica e monetaria”. Draghi “emerge come policy maker di altissima statura e alla gratitudine nei suoi confronti aggiungiamo la speranza che il suo modo di procedere senza retorica, con studio e visione, possa essere assunto in ambiti più ampi della politica sia europea sia italiana”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE