Il Papa si prepara all'ennesimo repulisti nei media vaticani. Cambi in vista
Direttori che vanno, direttori che vengono tra Radio Vaticana, Osservatore Romano e Vatican News. San Pietro come la Rai
Si parla insistentemente di un cambio (e sarebbe l’ennesimo) alla guida dei media vaticani. La grande riforma stenta a decollare, l’accorpamento degli antichi e gloriosi mezzi di comunicazione (Radio Vaticana, Osservatore Romano, Vatican News, Libreria Editrice Vaticana) ha lasciato più strascichi di quanto fosse possibile immaginare. Il progetto, deciso dal Papa su pressanti consigli del suo entourage – Papa Francesco non guarda neppure la televisione, figurarsi se è in grado di valutare l’opportunità di chiudere la stagione della trasmissione a onde corte, che tante polemiche ha suscitato alla Radio Vaticana) – è stato avviato da mons. Dario Edoardo Viganò, lui sì grande e apprezzato esperto di media.
Caduto per la nota vicenda della lettera di Benedetto XVI sbianchettata nella parte in cui il Papa emerito criticava buona parte degli scrittori che era invitato a lodare nella prefazione, fu sostituito dall'esperto e laico Paolo Ruffini, spostato da Tv2000, la tv dei vescovi italiani. Alla direzione editoriale fu cooptato Andrea Tornielli, principe dei vaticanisti italiani, scrittore di successo e soprattutto amico di vecchia data di Jorge Mario Bergoglio. Un team infallibile e inscalfibile, si pensava. Invece, col passare del tempo, si è visto che il moloch al Papa non aggradava tanto: anziché di farsi vedere sui media “di casa”, non esitava a concedere interviste a Mediaset, a Vanity Fair, alla Gazzetta dello Sport. Tutte interviste che i mezzi di comunicazione vaticana riprendevano il minimo indispensabile, quasi fosse un atto dovuto e niente di più.
Francesco si è deciso a visitare la sede dei media riuniti solo poche settimane fa e lo storico incontro passerà alla storia per le gelide domande che ha rivolto ai suoi direttori: “Ma quanti ascoltano la Radio, e quanti leggono l’Osservatore Romano’? Voi qui siete come “la montagna che partorisce il topolino”. Nei giorni seguenti, coincidenza o no, il Papa ha ricevuto in udienza privata prima Tornielli e poi Andrea Monda, direttore dell’Osservatore. E da lì sono partite le indiscrezioni che vogliono Francesco determinato a cambiare i vertici della struttura. Senza, però, umiliare troppo i suoi stretti collaboratori: a Tornielli, ad esempio, potrebbe essere gradita la poltrona di direttore di Avvenire, attualmente occupata da Marco Tarquinio, in sella ormai dal 2009 e autore della svolta progressista del quotidiano della Cei che era stato diretto (in epoca ruiniana e del primo Bagnasco) da Dino Boffo. Si vedrà se stavolta l’approdo di Tornielli ad Avvenire si concretizzerà, dopo che se ne era parlato insistentemente qualche anno fa. Sarebbe il sigillo sul fallimento di una riforma la cui utilità, al di là della retorica del caso, è stata solo quella di tagliare e risparmiare. Francesco, più che sentir parlare di HD e 4K, vorrebbe che anche l’ultimo cattolico di Bangui fosse messo in grado di sentirsi parte di un popolo. Ed è da qui che vuole ripartire.
Editoriali
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