La Chiesa denuncia l'aggressione russa. "È l'ora più buia"
Cattolici e ortodossi insieme contro l'attacco di Mosca. Ancora prudenza dal Vaticano
Intanto, il patriarca di Mosca Kirill rilascia una dichiarazione distensiva in cui chiede "pace". Toni più duri dalle Chiese ortodosse ucraine
Nella “ora più buia” (titolo di prima pagina dell’Osservatore Romano), il segretario di stato Pietro Parolin ha rilasciato ai media vaticani una breve dichiarazione in cui sostiene che “i tragici scenari che tutti temevano stanno diventando purtroppo realtà. Ma c’è ancora tempo per la buona volontà, c’è ancora spazio per il negoziato, c’è ancora posto per l’esercizio di una saggezza che impedisca il prevalere degli interessi di parte, tuteli le legittime aspirazioni di ognuno e risparmi il mondo dalla follia e dagli orrori della guerra”.
Una linea prudenziale che continua a essere seguita mentre il presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa e arcivescovo di Vilnius, mons. Gintaras Grusas, ha usato parole ben più forti: “Le Chiese che sono in Europa condannano con forza quanto è accaduto in Ucraina: bisogna agire insieme e con determinazione per porre fine immediatamente all’aggressione russa”.
In Ucraina, intanto, l’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyc, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, invita alla preghiera “contro l’aggressione ingiusta” dal rifugio antiaereo sotto la cattedrale della Resurrezione, a Kyiv, in cui si è rifugiato. Sul fronte ortodosso, mentre il patriarca di Costantinopoli condanna l’intervento ordinato da Putin, il patriarca di Mosca Kirill in una Nota ufficiale ha invitato “tutta la Chiesa ortodossa russa a offrire una speciale e fervente preghiera per il rapido ripristino della pace”.
Editoriali
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