dall'archivio
I 95 anni del Papa emerito Joseph Ratzinger. Letture foglianti
“La mia vita non è fatta di coincidenze, ma qualcuno dirige la mia esistenza”. Dalle lotte a Tubinga all’elezione al Soglio, interviste, lettere, analisi e interventi. Una raccolta per ripercorrere il cammino di Benedetto XVI, nato il 16 aprile 1927
Nato il 16 aprile del 1927, oggi il Papa emerito Benedetto XVI compie 95 anni. Abbiamo raccolto alcune letture foglianti che racontano la sua vita e il suo pontificato.
La Baviera, l’entusiasmo per il Concilio, le lotte a Tubinga. Quelle due volte in cui disse no a Giovanni Paolo II e l’elezione al Soglio. “La mia vita non è fatta di coincidenze, ma qualcuno dirige la mia esistenza”. Milleduecento pagine raccontano la vita e le opere di colui che avrebbe governato la Chiesa dopo Karol Wojtyla. Citazioni, aneddoti, rivelazioni. Con qualche errore. La biografia di Joseph Ratzinger firmata Peter Seewald, raccontata e recensita da Matteo Matzuzzi.
"Dalla crisi odierna emergerà una chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare molti degli edifici che essa aveva costruito in tempi di prosperità. Man mano che il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà anche molti dei suoi privilegi sociali. Rispetto all’epoca precedente, sarà considerata molto di più come una società volontaristica, cui s’accederà solo in base a una decisione libera”.
Era il 1969. E il giovane teologo Ratzinger, allora poco più che quarantenne, pronunciò cinque discorsi radiofonici. Nell’ultimo di questi (quelloo appena citato), letto il giorno di Natale e trasmesso sulle frequenze della Hessian Rundfunk, la radio bavarese, lanciò una preveggenza sul destino della chiesa: sarà minoritaria e un po’ caotica… Esattamente quello che è diventata.
In una conversazione con il Foglio, nel 2019, Benedetto XVI ha detto che “la crisi dell’Europa, prima ancora di essere politica, degli stati e delle sue istituzioni, è una crisi dell’uomo. La crisi è innanzitutto antropologica. Un uomo che ha perso ogni riferimento di fondo, che non sa più chi è”.
Il tempo ci dirà se Ratzinger sia stato quel clown cui nessuno ha creduto mentre gridava “al fuoco!” o se, invece, non sia stato un nuovo Benedetto in grado di salvare la civiltà dal grande incendio. Un brano del libro di Giulio Meotti “L’ultimo Papa d’Occidente?”.
Il 10 febbraio 2013 Benedetto XVI annunciò le sue dimissioni, che ebbero effetto alle 20 del 28 febbraio seguente. Ma Ratzinger non ha mai detto che sarebbe rimasto in silenzio. “Io continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre”, sottolineò il 27 febbraio di quell'anno, nella sua ultima udienza generale in piazza San Pietro. C’è un filo rosso che lega tutti i suoi interventi dopo la rinuncia: l’allarme per una Chiesa pronta a cedere allo spirito del tempo.
"Esprimo la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono". A febbraio 2022 il Papa emerito ha scritto una lettera per rispondere alle accuse di avere coperto, tra il 1977 e il 1982, quattro sacerdoti pedofili nella diocesi di Monaco e Frisinga. Ratzinger cita la memoria difensiva inviata a Monaco dicendosi “profondamente colpito che la svista sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità e addirittura per presentarmi come bugiardo”.
"Una lettera che è stata scritta da un uomo debole nel corpo e fragile nei sensi ma forte nell’animo e tenace nel pensiero", scrive su queste colonne Roberto Colombo, membro ordinario della Pontificia accademia per la vita. "Un uomo di novantacinque anni che sente avvicinarsi il giorno in cui, attraversata 'la porta oscura della morte' – così l’ha chiamata lui stesso – vedrà Dio 'faccia a faccia', con i suoi occhi, come dice Giobbe. E questa è la umile e rocciosa certezza che pervade tutta la lettera e la vita stessa di Joseph Ratzinger in questo momento. Di fronte alla propria morte nessuno può barare, perché da questo baratro ultimo, definitivo, ci salva solo la Verità della vita: Gesù Cristo. E a questa Verità, Benedetto ha affidato la sua difesa: il Signore 'in quanto giudice, è al contempo mio avvocato (Paraclito)'."
Alcuni testi di Benedetto XVI