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Missioni cristiane

La nuova evangelizzazione attraverso esempi tangibili dell'amore di Dio

Angela Pellicciari

L’idea di mandare in missione famiglie intere è venuta a Kiko, Carmen e Giovanni Paolo II. Tutti e tre hanno riconosciuto l’urgenza di un nuovo tipo di racconto del Vangelo e, nei tanti incontri che hanno avuto, hanno progettato un’implantatio ecclesiae che tiene conto delle necessità del momento

Davanti ad una “moltitudine immensa” di uomini e donne che cantano inni vestiti di bianco, uno sconcertato Giovanni chiede al vegliardo che lo accompagna: “Chi sono? Da dove vengono?”. Queste parole dell’Apocalisse mi sono venute in mente oggi, nell’aula Paolo VI, davanti ad una pipinara di bambini che hanno solennemente ricevuto insieme ai loro genitori la croce che accompagna i missionari. 


Chi sono? Da dove vengono? In una nazione come l’Italia che ha eletto a proprio destino il suicidio collettivo e che ha appena celebrato l’evento della prima morte medicalmente assistita (prima di una serie che si suppone affollata), viene da chiederselo. 
Chi sono? Da dove vengono? Vengono dalla fiducia che i loro genitori hanno dato alla predicazione di Kiko e Carmen, gli iniziatori del Cammino neocatecumenale, riguardo alla volontà di Dio sulla vita di coppia: proprio come ricorda Paolo VI nell’Humanae Vitae, conviene che ogni atto sessuale sia aperto alla vita. Se si vuole vivere in modo pieno, se si desidera diventare santi, se si cerca la felicità fondata sulla roccia della verità, conviene vivere così. Certo, questo comporta l’accettazione della croce. Cioè della fatica, della sofferenza. Ma d’altronde, siamo proprio sicuri che cercando di evitare la sofferenza, cercando di scappare dalla croce, i risultati siano tanto brillanti?
Perché Papa Bergoglio ha consegnato la croce a 450 famiglie? Perché si preparano a partire per annunciare il Vangelo nei posti più difficili, scomodi, a volte pericolosi, della Terra.


L’idea di mandare in missione famiglie intere è venuta a Kiko, Carmen e Giovanni Paolo II. Tutti e tre hanno riconosciuto l’urgenza di un nuovo tipo di evangelizzazione e, nei tanti incontri che hanno avuto, hanno progettato un’implantatio ecclesiae che tiene conto delle necessità del momento. Racconta Kiko in un’intervista che gli ho fatto il 18 aprile 2011: “Giovanni Paolo II ha pensato al bene immenso che possono fare le famiglie e all’urgenza di mostrare alla popolazione europea, tornata pagana, la potenza dell’amore di Dio manifestato nella famiglia cristiana. Noi abbiamo chiesto se nelle comunità ci fossero famiglie adulte nella fede, che già avessero come minimo dodici anni di Cammino, disponibili a portare la loro testimonianza lì dove la famiglia è distrutta, e tante famiglie hanno dato la propria disponibilità. Giovanni Paolo II ha inviato le prime cento famiglie durante un incontro che abbiamo avuto a Porto San Giorgio”. 
 

L’attenzione alla nuova evangelizzazione non ha riguardato la sola Europa: “Le famiglie sono state inviate anche nelle zone più povere dell’America Latina. Negli ultimi cinquant’anni intorno alle città dell’America Latina si sono formate delle immense cinture di baracche perché la gente si è trasferita in massa dalle campagne alle periferie urbane. Subito queste zone in cui non c’erano né parrocchie né preti, sono state invase dalle sette americane protestanti. Gli americani mandavano coppie che avevano soldi, affittavano un locale, mettevano altoparlanti…, e rubavano ai poveri la loro fede cattolica”. Tutte le famiglie hanno dato prova di una fede eroica, anche quelle che sono state inviate “nel nord dell’Europa, in Finlandia, in Svezia, in Olanda, sono state eroiche perché la gente le vedeva come fossero dei poveracci, degli emigranti! Nel nord della Germania, per esempio, quando arriva una famiglia italiana pensano subito si tratti di emigranti. Ma questa è la testimonianza, e grazie a queste testimonianze stiamo evangelizzando l’Europa! In questo momento abbiamo richieste di famiglie da tutte le parti del mondo. I vescovi le domandano perché hanno bisogno di famiglie cristiane adulte nella fede che rendano testimonianza di cosa sia il matrimonio cristiano. L’evangelizzazione si fa così, bisogna mostrare i segni della fede, come diceva San Paolo che scriveva: fatevi miei imitatori. Grazie a Dio noi abbiamo tantissime famiglie disponibili: tutti hanno un lavoro, tanti figli, ed è meraviglioso vedere come Dio doni loro la forza di offrirsi a Cristo per essere mandati in Africa, nelle selve dell’Amazzonia…, cose eroiche!”.


Dal 28 dicembre 1988 ad oggi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e ora Francesco hanno benedetto e inviato circa 2000 famiglie. 
Chi sono? Da dove vengono? Sono quelli che “vengono dalla grande tribolazione” e mostrano la gloria della croce di Gesù Cristo.

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