La mediazione impossibile tra Mosca e Kyiv
La Chiesa di Kyiv: “Pace solo se l'Ucraina torna ai confini del 1991”. Mosca neppure risponde
Domenica il Papa alla guerra nell’Europa orientale ha dedicato l’intero Angelus come solo un’altra volta era accaduto nel corso del pontificato. Ha chiesto a Vladimir Putin di porre termine al massacro e ha suggerito a Volodymyr Zelensky di essere “aperto a serie proposte di pace”
Domenica il Papa alla guerra nell’Europa orientale ha dedicato l’intero Angelus come solo un’altra volta era accaduto nel corso del pontificato. Ha chiesto a Vladimir Putin di porre termine al massacro e ha suggerito a Volodymyr Zelensky di essere “aperto a serie proposte di pace”. Insomma, fa capire Francesco, serve un punto d’incontro altrimenti la crisi non potrà trovare soluzione e la guerra proseguirà fino all’annientamento dell’una o dell’altra parte in gioco. Ecco la “pazzia” di cui tante volte ha parlato. Che una mediazione (o la facilitazione di una mediazione) sia complicata, però, lo si comprende da quanto ha detto l’arcivescovo maggiore di Kyiv e capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk: “Ovviamente, il Papa comprende che per l’Ucraina la serietà di queste proposte di pace significa la ricerca dei meccanismi per riportare la sovranità del nostro stato ai confini definiti nel 1991”. Dopotutto, si fa notare, la Santa Sede non ha mai riconosciuto neppure l’annessione russa della Crimea. A giudizio di Shevchuk, la via della pace “passa attraverso la cessazione delle ostilità da parte dell’aggressore”. Necessarie, poi, “la condanna del criminale di guerra e della sua ideologia e il risarcimento dei danni causati”. E’ evidente che il richiamo ai confini del 1991 rende arduo ipotizzare un negoziato fra Mosca e Kyiv, dal momento che non solo si richiede il ritorno allo status quo ante l’attacco dello scorso febbraio, ma si mette sul tavolo la restituzione dell’intero Donbas oltreché ovviamente della Crimea. Aspetto, questo, che il Cremlino non sembra disposto neppure a immaginare. E Roma di sponde non ne ha più neppure al Patriarcato, se è vero che ogni contatto è sospeso e non sono più all’ordine del giorni incontri fra il Papa e Kirill.
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