gli scatti
L'addio a Benedetto XVI: un racconto per immagini
La nebbia, il saluto di Francesco, l'incontro tra Draghi e Giorgetti. E infine la sepoltura del feretro, nelle Grotte Vaticane. Le fotografie del funerale di Raztinger, il primo in Vaticano documentato con gli smartphone
Durante i funerali di Benedetto XVI. Una donna con la veletta nera sul capo, una carrozzina, un frate. Inginocchiati a simboleggiare il mondo riunito in piazza per un Papa defunto. (Matzuzzi)
Il lampo e la bruma. Le sue dimissioni furono il fulmine sopra la basilica di San Pietro: lo choc. I suoi funerali sono stati accolti dalla nebbia: l’incertezza. Per chi resta. (Canettieri)
La politica li ha separati, il funerale li riunisce. In uno scatto formidabile il ministro dell’Economia Giorgetti, a Piazza San Pietro, si ferma a conversare con l’ex premier Mario Draghi. Nel passato governo erano ciascuno il migliore amico dell’altro, ma oggi Giorgetti non ha amici al governo e Draghi non ha più bisogno di farsi la politica amica. Giorgetti che dicono abbia in questi giorni “la faccia da funerale”, e non solo per la morte di Benedetto XVI, ma per quanto accade nel suo ministero (la premier lo ha invitato a cacciare il direttore del Tesoro) viene catturato mentre con la mano fa il gesto dell’uscita. E’ la mano di Giorgetti quello che Roland Barthes chiamerebbe il punctum della fotografia, il particolare che punge nella foto. Draghi ha il cappotto, ed è la prima volta, lui che non lo voluto mai indossare tanto da meritarsi la definizione di “atermico”. Ascolta – e c’è chi garantisce preoccupato – “perché un ministro dell’Economia conta più di un premier”. Draghi non può aiutare Giorgetti e Giorgetti, che aveva in tasca in rosario tanto da sgranarlo (si scoprirà in un’altra fotografia), deve finalmente dimostrare chi è e oltrepassare, come i personaggi di Conrad, la sua linea d’ombra. (Caruso)
Francesco dà l’ultimo saluto a Benedetto. Con il funerale di ieri si chiude, almeno temporaneamente, l’epoca dei due papi in Vaticano. Anche se sulla chiesa resta ancora la nebbia (la stessa che ieri avvolgeva piazza San Pietro). Su quel gesto che ha segnato il pontificato di Ratzinger: le dimissioni. Le difficoltà di salute di Bergoglio, le sue ultime considerazioni sulla scelta che fece il suo predecessore lasciano pensare che quanto accaduto nel 2013 possa diventare in futuro meno eccezionale di quanto fu allora. (De Rosa)
Non appena ricevuta la notizia della morte di Benedetto XVI è stato tra i primi a confermare la sua presenza ai funerali del Papa emerito. Il presidente Andrzej Duda ha subito organizzato il viaggio a Roma assieme al suo primo ministro Morawiecki, rendendo Varsavia tra le capitale estere più istituzionalmente rappresentate in Piazza San Pietro. Con lui c’era tutta la Polonia che, oltre a essere uno dei paesi europei più cattolici, è anche la terra di Giovanni Paolo II, il predecessore di Benedetto, di cui Ratzinger celebrò, proprio lì, sullo stesso sagrato, i funerali, in tempi di vento e non di nebbia. Mentre il Papa emerito veniva portato verso le Grotte vaticane, passando davanti ai leader internazionali che si scioglievano dalla solennità delle esequie, Duda, unico, si è inginocchiato. La telecamera fuggitiva stava per perdere questo gesto raccolto, ai nostri occhi attenti non è sfuggito. (Flammini)
Tra le tante cose che lo hanno reso eccezionale, quello di ieri di Benedetto XVI era anche il primo funerale di un Papa nell’era degli smartphone. L’ultima volta era il 2005, era appena morto Papa Giovanni Paolo II, Motorola e Nokia dominavano il mercato dei cellulari e il primissimo IPhone sarebbe comparso su un palco di San Francisco nelle mani di Steve Jobs solo due anni dopo, nel 2007. Le immagini di quel funerale si potevano vedere in tv, al massimo sulle homepage dei giornali. Oggi invece su TikTok al secondo posto delle tendenze si trova il nome di Joseph Ratzinger accompagnato dal simbolo del “fuochetto” e in piazza, nonostante fosse vietato fare foto, al momento dell’ingresso del feretro i telefonini sono scattati verso l’alto con la fotocamera aperta, quasi come si trattasse invece che di un funerale di un concerto, e Vasco avesse appena accennato le prime note di Colpa D’Alfredo. (Luna)
Alla fine il feretro di Benedetto XVI ha trovato il suo posto nelle Grotte Vaticane. Nella tomba che fu prima di Papa Roncalli e poi di Giovanni Paolo II, ieri è stata tumulata la bara di legno di cipresso, adagiata in una cassa di zinco e poi in una di noce. Insieme al Papa emerito sono state sepolte le medaglie e le monete coniate negli anni del pontificato, le vesti che ha indossato nelle funzioni liturgiche e un cilindro di metallo al cui interno è custodito un testo che ripercorre in breve la vita e il pontificato di Joseph Ratzinger: “La sua memoria rimane nel cuore della Chiesa e dell’intera umanità”. (Sicilia)
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