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A due settimane dalla condanna del vescovo di Matagalpa, è calato il silenzio
Anche la Chiesa, al di là del messaggio del Papa al termine dell’Angelus del 12 febbraio, ha detto poco altro rispetto alla vicenda di mons. Rolando Alvarez. In Nicaragua continua "il periodo terribile per i diritti umani"
Sul destino di mons. Rolando Alvarez, vescovo di Matagalpa, è calato il silenzio. Un silenzio che, non a torto, può essere definito tombale. Abbandonato un po’ da tutti, mentre sconta i 26 anni di carcere cui è stato condannato dal farsesco tribunale prono alla volontà del satrapo nicaraguense Daniel Ortega.
Sono passate due settimane dalla scontatissima condanna e già non se ne parla più, il Nicaragua è uscito dai radar e se non fosse per la meritoria iniziativa di pochi, la faccenda sarebbe già derubricabile a varie ed eventuali in giro per il mondo. Anche la Chiesa, al di là del messaggio del Papa al termine dell’Angelus del 12 febbraio, ha detto poco altro rispetto alla vicenda.
Per capire quanto sta accadendo nel paese centroamericano, si può leggere quanto scrive il Centro Livatino: “La rielezione di Ortega nel novembre 2021 ha aperto la via a ‘un nuovo periodo terribile per i diritti umani’; secondo quanto riferisce Amnesty International nei mesi che hanno preceduto le elezioni almeno n. 39 persone accusate di opporsi a Ortega, tra le quali sette candidati alla presidenza, sono state arrestate. Alcune di loro sono state sottoposte a sparizione forzata e trattenute per mesi in località segrete prima di poter contattare avvocati e familiari”.
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