Diplomazia dell'equilibrio
Il Papa approva la “difesa legittima” di Israele
Chiare parole di Francesco all’udienza generale sul diritto dell’aggredito di reagire. Pur con la richiesta di tutelare i civili a Gaza
“Prego per quelle famiglie che hanno visto trasformare un giorno di festa in un giorno di lutto e chiedo che gli ostaggi vengano subito rilasciati. E’ diritto di chi è attaccato difendersi, ma sono molto preoccupato per l’assedio totale in cui vivono i palestinesi a Gaza, dove pure ci sono state molte vittime innocenti”. Così Papa Francesco al termine dell’udienza generale, a proposito di quanto accaduto sabato scorso in Israele. Parole non scontate e che meritano sottolineatura, soprattutto perché il Pontefice ammette – nel caso specifico, per di più – il diritto a difendersi per chi è attaccato. Tradotto: è legittimo che Israele reagisca e risponda.
Senza esagerare e sempre rispettando l’innocente popolazione civile di Gaza, ovviamente, ma anche senza le precisazioni e sottolineature che in questi giorni hanno dato l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, e il segretario generale dell’Onu, António Guterres. E’ un intervento significativo anche perché i rapporti con Israele sono delicati (specie con il nuovo governo assai spostato a destra, con episodi di intolleranza verso i cristiani più volte denunciati dalle Chiese locali) e non va dimenticato che a Gaza c’è ed è attiva una parrocchia cattolica.
Le parole di Francesco sono anche un’implicita risposta al duro comunicato dell’ambasciata israeliana presso la Santa Sede, che aveva definito affetta da “ambigua immoralità linguistica” la Dichiarazione dei Patriarchi delle Chiese di Gerusalemme. Proprio uno di loro, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, in un’intervista concessa al telegiornale di Tv2000 ha voluto rendere chiara la posizione sua e dei confratelli patriarchi: “Sono barbarie ingiustificabili, inaccettabili, moralmente da rifiutare. Esprimiamo solidarietà alle famiglie che hanno perso queste persone condannando in maniera inequivocabile una cosa del genere che non ha comprensione in un contesto cristiano e soprattutto umano. E’ terrorismo islamico? C’è qualcosa nel mondo islamico che nutre un pensiero di questo genere. Lo abbiamo visto in Siria e Iraq. C’è certamente una dimensione di odio profondo da parte di Hamas nei confronti di Israele e tutto ciò che è ebraico. Ma questo non è giustificabile. Il dolore dei palestinesi non può giustificare una cosa del genere”.