Il dilemma
Ma delle coppie eterosessuali qualcuno se ne occupa ancora?
Di tutto sembra preoccuparsi la Chiesa in fatto di coppie, di famiglie, di convivenze meno che delle comuni, ordinarie coppie eterosessuali. L'avesse fatto, scoprirebbe che si stanno estinguendo
Per carità, è tutto perfettamente comprensibile. Tutto muove dall’amore, com’è più che naturale, trattandosi della Chiesa, del suo insegnamento, della sua (dottrina) morale. Ma viene da chiedersi se a furia di guardare, con amore, a deviazioni e diramazioni non si finisca per dimenticare, o quantomeno col mettere in second’ordine, quella che resta pur sempre, si spera a maggior ragione per la Chiesa, la via principale e, se ci è permesso, visto il parallelismo stradale, di maggior traffico: insomma le comuni, ordinarie coppie eterosessuali. Ci sono le coppie mono o unisessuali, certamente; e quelle dal sesso “disordinato”, com’è stato definito; e ci sono i divorziati e quelli che vivono more uxorio; e insomma tante situazioni rispetto alle quali calibrare l’atteggiamento della Chiesa e della dottrina.
Ma alle comuni, ordinarie coppie eterosessuali, chi pensa più? Si dirà che la Chiesa non fa che pensarci, che sono al primo posto nei suoi pensieri e nelle sue riflessioni. Mi permetto: non sembrerebbe. Non leggo una analisi interessante al riguardo che venga da quei lidi non so da quando. Di tutto sembra preoccuparsi la Chiesa in fatto di coppie, di famiglie, di convivenze (e di rapporti sessuali al seguito) meno che delle comuni, ordinarie coppie eterosessuali. Se ne preoccupasse davvero avrebbe intanto fatto una prima, sconvolgente scoperta: la comune, ordinaria coppia eterosessuale tra due giovani, nubile lei e celibe lui, sta progressivamente estinguendosi. Non si fa che parlare, da decenni ormai, della rarefazione dei bambini; si manca di parlare della rarefazione delle coppie che a quei bambini dovrebbero provvedere. Viene prima la rarefazione delle coppie, quella dei bambini ne è la conseguenza. Ma della rarefazione delle coppie, chi discute? E che si fa, per provvedere?
Il problema riguarda doppiamente la chiesa; nel senso preciso che per essa il problema è doppiamente grave. In primis perché le coppie unite nel matrimonio religioso stanno toccando minimi di pura testimonianza, tanto sono ormai esigui numericamente parlando i matrimoni religiosi. Secondariamente, ma solo sotto l’aspetto per così dire consequenziale, perché il calo fino al limite della sussistenza dei matrimoni religiosi deborda come un fiume in piena (l’analogia col fiume in piena per un fenomeno, i matrimoni religiosi, invece in secca può apparire azzardata, ma non lo è) su tutti gli aspetti della vita della Chiesa: meno matrimoni uguale meno nati, meno nati uguale meno battezzati, meno sacramenti impartiti, meno partecipazione alle messe domenicali e via continuando. Sempre in meno. Così viene da dire che la normale, ordinaria coppia eterosessuale va progressivamente scomparendo, come una nave all’orizzonte avvicinandosi il tramonto, dalle viste della chiesa. Insomma, di normale e ordinario quella coppia non ha più niente, scivolando piuttosto nell’eccezione, nello straordinario. Negli otto mesi gennaio-agosto 2023 sono stati celebrati poco più di 47 mila matrimoni in chiesa, contro i 55 mila dello stesso periodo del 2022: per una contrazione di quasi 8 mila matrimoni religiosi e, in termini relativi, un crollo del 14 per cento. Crollo, perché perdere il 14 per cento in un anno non è una semplice diminuzione, è un crollo vero e proprio.
I matrimoni religiosi arriveranno alla fine dell’anno poco sopra i 70 mila, dopo essere stati fino a più di 400 mila negli anni Sessanta, quando gli italiani erano molti meno di oggi: una cifra che corrisponde a poco più di un matrimonio religioso all’anno ogni mille abitanti. Ma in molte regioni non si arriverà affatto a questo valore. In Lombardia, la principale e più popolosa regione italiana, si avranno nel 2023 0,7 matrimoni religiosi ogni mille abitanti: sette matrimoni in un anno, uno ogni due mesi, in una cittadina lombarda di diecimila abitanti. Un nulla, letteralmente. Ecco, questo è quanto. E allora si torna al punto di partenza. A quando una riflessione non su questa o quella diramazione, eccezione, particolarità, segmento e tipologia delle coppie ma sulla coppia eterosessuale pura e semplice? una coppia della quale, neppure la Chiesa, sembra occuparsi più? Se se ne occupasse sarebbe un bel po’ preoccupata; la vedremmo correre ai ripari o cercare di farlo. Mentre è ferma.