Fratelli coltelli
Rapporti sempre più tesi fra Israele e Santa Sede dopo le dichiarazioni di Parolin
L’ambasciata israeliana cpontro le dichiarazioni “deplorevoli” del segretario di stato Vaticano che denuncia la “carneficina” in corso a Gaza
Com’era prevedibile, l’ambasciata israeliana presso la Santa Sede ha reagito subito alle dichiarazioni del segretario di stato, il cardinale Pietro Parolin, che martedì pomeriggio aveva denunciato la “carneficina” in corso a Gaza. Frasi che non sono piaciute agli israeliani, che hanno definito in un comunicato stampa “deplorevole” quanto affermato dal segretario di stato. “Giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di TUTTE (maiuscolo nel testo, ndr) le circostanze e i dati relativi porta inevitabilmente a conclusioni errate”.
Tra questi “dati rilevanti”, l’Ambasciata fa notare che “le operazioni dell’Idf si svolgono nel pieno rispetto del diritto internazionale” e “secondo i dati disponibili, per ogni militante di Hamas ucciso hanno perso la vita tre civili. Tutte le vittime sono da piangere, ma nelle guerre e nelle operazioni passate delle forze Nato o delle forze occidentali in Siria, Iraq o Afghanistan, la proporzione era di nove o dieci civili per ogni terrorista”.
Da qui si deduce che “qualsiasi osservatore obiettivo non può non giungere alla conclusione che la responsabilità della morte e della distruzione a Gaza sia di Hamas e solo di Hamas”. Niente di buono, insomma, sul fronte del dialogo.