il decreto
No, la veggente di Trevignano non era la nuova Bernadette
Decreto del vescovo di Civita Castellana: "Non c'è stata alcuna apparizione, le testimonianze della 'veggente' Gisella sono bizzarre" e la Madonna descritta pure un po' ignorante in dottrina
Si conclude una farsa che ha portato telecamere e microfoni sulle sponde del Lago di Bracciano. La Madonna avrebbe moltiplicato gnocchi e conigli in casseruola dopo aver trasmesso messaggi alla signora Gisella Cardia. Il vescovo: "E' vietato celebrare i sacramenti in quel luogo"
Gisella Cardia, la presunta veggente di Trevignano, non è la Bernadette Soubirous dell’Agro romano. Le apparizioni sul lago di Bracciano non sono mai avvenute, i messaggi recapitati dalla gloria celeste sono stati fraintesi – nelle migliori delle ipotesi – o frutto di impressioni – a essere misericordiosi. La vicenda che si trascinava da tempo, con un côté mediatico invidiabile, dalle apparizioni in esclusiva in tv, le dirette oranti nel fu salotto di Barbara D’Urso con mani giunte e commozione evidente, l’intervista scettica di Bruno Vespa, si è conclusa. A mettere la parola fine è stato un decreto del vescovo di Civita Castellana, mons. Marco Salvi. Quattro le parole decisive: constat de non supernaturalitate. Non c’è niente di soprannaturale. Il vescovo ripercorre la vicenda, ricorda che nel 2016 la signora Gisella (al secolo Maria Giuseppa Scarpulla) “riferiva di presunte apparizioni della Beata Vergine Maria, di Gesù e del Padre, che sarebbero in corso a Trevignano Romano”. Ovviamente, in concomitanza con le apparizioni, una statua della Vergine lacrimava sangue. Nell’aprile del 2023, mons. Salvi disponeva un’indagine affidata a una commissione composta da teologi, canonisti, psicologi.
A fine maggio, la prima relazione provvisoria: erano necessari ulteriori accertamenti. Nel frattempo, il vescovo chiedeva ulteriori accertamenti (compresa una perizia psichiatrica sulla signora, “affidata a cinque periti”). Lo scorso gennaio è stata consegnata la relazione finale. Nel documento sono state rilevate “le lacune nella testimonianza della signora Gisella Cardia che, pur sotto giuramento davanti a Dio, non ha riferito alla commissione elementi da lei stessa fatti conoscere in interviste televisive”. In secondo luogo, sono emerse “le contraddizioni interne alla testimonianza” della presunta veggente, “che nega risolutamente di avere il compito, al momento della scrittura dei presunti messaggi sovrannaturali e della loro divulgazione, di comprenderli (ella trascrive e non interpreta); salvo poi, in alcuni casi, procedere alla loro spiegazione al fine di superare le critiche oggettive di bizzarria e non conformità alla fede cattolica”. Terzo, “l’aperta contraddizione tra la testimonianza della signora Gisella e del vescovo emerito Romano Rossi in merito a una presunta lacrimazione di una statuetta della Vergine nelle mani di quest’ultimo, cosa che egli nega in maniera categorica e irremovibile”. Infine, la “non concordanza delle testimonianze fornite in merito allo svolgimento dei fatti”. Detto ciò, la commissione ha valutato che “se è vero che i frutti dello Spirito sono pace, concordia e senso di appartenenza alla Chiesa, in questo caso non sembra di ravvedere questi frutti: vi è infatti una situazione di scandalo per la fede di molti credenti”: Trevignano non è Lourdes, insomma, anche perché “suscita dubbi la divisione netta tra quelli che ‘sono con Gisella’, considerati come ‘piccolo resto’, e gli altri. Tale fenomeno di distinzione intergruppo – si legge nel decreto vescovile – è tipico dei fenomeni settari e non frutto dello Spirito, che spinge verso l’unità”. E poi c’è il problema più grosso, gli errori teologici della Madonna, che appare – secondo quanto riferito dalla veggente – assai ignorante in quel che il figlio insegnava. Errori che vengono definiti “bizzarrie”. Esempio: “La presunta veggente, ascoltata dalla commissione, ha spiegato che l’obbligo di recarsi sulla collina di Trevignano non riguarda l’intera umanità, ma solo le persone del posto. Nonostante questo chiarimento, il fatto che la salvezza escatologica anche di una porzione dell’umanità richieda di recarsi in un luogo specifico e di essere resi invisibili dagli angeli, in modo da non essere attaccati dai demoni, rappresenta non solo qualcosa di bizzarro, ma anche una visione che va contro la dottrina soteriologica della Chiesa cattolica, per la quale la salvezza è data nella fede in Gesù vissuta nella Chiesa e resa operosa nella carità”.
In ogni caso, continua il decreto, “il problema principale risiede nel modo in cui la presunta veggente ricava la verità che insegna, ovvero non dall’interpretazione della Tradizione e in particolare della Scrittura, ma a partire da presunte ispirazioni che provengono dalle persone divine e da Maria”. In altre parole, “i numerosi errori dottrinali vengono legittimati non da un’argomentazione teologica, ma dalla ispirazione immediata rivolta da Dio e da Maria alla presunta veggente, per cui sono incontestabili ex sese”. Per quanto riguarda la qualità dei messaggi, anche qui si difetta parecchio: “Si tratta di contenuti che potrebbero essere offerti da qualunque persona che abbia un minimo di dimestichezza con i temi della spiritualità cristiana. Tali contenuti si rifanno a quel profetismo popolare che accompagna la Chiesa occidentale sin dal Medioevo e che non ha nulla a che fare con la mistica popolare di cui parla Papa Francesco”. E poi, a tal proposito, poco credibili sono i giudizi della Vergine sulla Chiesa cattolica istituzionale (“opinabili”, si legge nel decreto). Da tutto ciò ne consegue che la presunta veggente può chiudere la baracca.
Il vescovo impone ai sacerdoti il divieto di celebrare i sacramenti o guidare atti di pietà popolare nei luoghi delle “apparizioni”, impone a Gisella e marito il rispetto e l’adesione alle decisioni assunte, proponendo anche un percorso di “purificazione e discernimento che promuova e mantenga l’unità ecclesiale”. Chiarisce, infine, che “il titolo ‘Madonna di Trevignano’ non ha alcun valore ecclesiale e non può essere usato come se lo avesse, anche in ambito civile”. I fedeli del luogo si comportino di conseguenza, sapendo che sul lago di Bracciano la Vergine Maria – lacrimante sangue o no – non ha mai moltiplicato gnocchi e coniglio per saziare i commensali di Gisella la veggente.