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“Due popoli, due stati? Mi sembra difficile”. Il pragmatico cardinale Pizzaballa
Il Patriarca latino di Gerusalemme, fin dal 7 ottobre ha cercato di rappresentare la situazione sul terreno per quella che è: non una delle tante guerricciole fra israeliani e palestinesi, ma qualcosa che è destinato ad avere conseguenze dalle quali non si potrà tornare indietro
Nel dramma che insanguina il vicino oriente, una delle voci più lucide è quella del cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme. Pragmatico e lontano da ideologie e pacifismi kantiani, fin dal 7 ottobre ha cercato di rappresentare la situazione sul terreno per quella che è: non una delle tante guerricciole fra israeliani e palestinesi, ma qualcosa che stavolta è destinato ad avere conseguenze chiare dalle quali non si potrà tornare indietro.
In un’intervista a Vatican News ha infatti detto che “dopo questa crisi, una delle più gravi in assoluto degli ultimi 70 anni, né israeliani né palestinesi saranno più disposti a soluzioni temporanee. Questi eventi obbligheranno tutti a trovare soluzioni stabili”.
Alla domanda se sia il caso di ritirare fuori il vecchio mantra (assai comodo) dei “due popoli, due stati”, Pizzaballa risponde: “Non lo so. Tecnicamente mi sembra difficile, anche se sarebbe l’unica via possibile. E’ chiaro che qualsiasi cosa si sceglierà di fare dovrà dare garanzia di stabilità e libertà a entrambi i popoli”. Il problema è che non si vede chi, data la situazione sul campo, possa portare le due Parti al negoziato. Pizzaballa sarebbe stato il profilo ideale, se non fosse stato accusato (ideologicamente e senza ragione alcuna) d’aver assunto posizioni anti israeliane.
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