a Borgo Egnazia
Papa Francesco sarà la guest star del G7: sulla pace rischia di deludere Macron e Biden
Il Pontefice parlerà con i leader internazionali di IA e pace perché ritiene inscindibili le due questioni. I setti incontri bilaterali e cosa dirà Francesco in Puglia
“Al G7 parleremo di intelligenza artificiale e di pace”, ha detto il Papa martedì incontrando una parte del clero romano all’Università Salesiana, aggiungendo che ha avuto “sette richieste” di incontri bilaterali con i leader che raggiungeranno Borgo Egnazia per il vertice presieduto da Giorgia Meloni: “Li incontrerò tutti”. Non sarà una passeggiata tantomeno un evento celebrativo con foto ricordo annessa: le posizioni di Francesco su guerra, pace e armamenti differiscono non poco da quelle dei leader più in vista presenti in Puglia. Bergoglio partirà da Roma in elicottero domani in tarda mattinata e resterà fra gli ulivi secolari fino a sera, quando è previsto il rientro a Santa Marta.
Meloni aveva osservato che la presidenza italiana del G7 intende valorizzare il percorso promosso dalla Santa Sede sull’intelligenza artificiale con la “Rome Call for AI Ethics”, portandolo all’attenzione degli altri leader mondiali: “Sono convinta che la presenza di Sua Santità darà un contributo decisivo alla definizione di un quadro regolatorio, etico e culturale all’intelligenza artificiale”. Il trait d’union fra i due è rappresentato da padre Paolo Benanti, nominato dal governo presidente della commissione IA per l’informazione e al contempo consigliere del Pontefice per l’intelligenza artificiale e per l’etica applicata alla tecnologia. E’ uno dei massimi esperti mondiali in questo campo, come dimostra il fatto che è l’unico italiano a far parte del New Artificial Intelligence Advisory Board dell’Onu (i membri totali sono solo trentanove). Benanti, teologo, era presente sabato scorso alla Festa dell’Innovazione del Foglio a Venezia. Interpellato su cosa dirà il Papa a Borgo Egnazia, ha preferito glissare, anche se ha sottolineato l’importanza di considerare l’aspetto umano quando si ragiona di intelligenza artificiale. Non solo di macchine si tratta, insomma. Il tema è caro al Papa, come dimostra il Messaggio per la Giornata della pace 2024 che è interamente dedicato all’intelligenza artificiale, fin dalle premesse: “Giustamente ci rallegriamo e siamo riconoscenti per le straordinarie conquiste della scienza e della tecnologia, grazie alle quali si è posto rimedio a innumerevoli mali che affliggevano la vita umana e causavano grandi sofferenze. Allo stesso tempo, i progressi tecnico-scientifici, rendendo possibile l’esercizio di un controllo finora inedito sulla realtà, stanno mettendo nelle mani dell’uomo una vasta gamma di possibilità, alcune delle quali possono rappresentare un rischio per la sopravvivenza e un pericolo per la casa comune”. E’ prevedibile che il filone seguito da Francesco nel suo intervento sarà questo, anche perché nel Messaggio d’inizio anno aggiungeva che “i notevoli progressi delle nuove tecnologie dell’informazione, specialmente nella sfera digitale, presentano dunque entusiasmanti opportunità e gravi rischi, con serie implicazioni per il perseguimento della giustizia e dell’armonia tra i popoli. E’ pertanto necessario porsi alcune domande urgenti. Quali saranno le conseguenze, a medio e a lungo termine, delle nuove tecnologie digitali? E quale impatto avranno sulla vita degli individui e della società, sulla stabilità internazionale e sulla pace?”.
Non è casuale che il Pontefice abbia detto martedì che il cuore della sua “spedizione” in Puglia sarà rappresentato dal binomio IA e pace, perché ritiene inscindibili le due questioni. Scriveva ancora nel Messaggio che “l’intelligenza artificiale deve essere intesa come una galassia di realtà diverse e non possiamo presumere a priori che il suo sviluppo apporti un contributo benefico al futuro dell’umanità e alla pace tra i popoli. Tale risultato positivo sarà possibile solo se ci dimostreremo capaci di agire in modo responsabile e di rispettare valori umani fondamentali come l’inclusione, la trasparenza, la sicurezza, l’equità, la riservatezza e l’affidabilità”.
La posizione del Papa sulla pace (e su come arrivarci) non è sovrapponibile a quella di diversi leader presenti a Borgo Egnazia e questo sarà uno dei momenti più delicati del vertice. Soprattutto in merito al dossier ucraino (Zelensky sarà in Puglia giovedì). Proprio nel citato messaggio per la pace, Francesco scrive che “non si può sfuggire alle gravi questioni etiche legate al settore degli armamenti. La possibilità di condurre operazioni militari attraverso sistemi di controllo remoto ha portato a una minore percezione della devastazione da essi causata e della responsabilità del loro utilizzo, contribuendo a un approccio ancora più freddo e distaccato all’immensa tragedia della guerra. La ricerca sulle tecnologie emergenti nel settore dei cosiddetti ‘sistemi d’arma autonomi letali’, incluso l’utilizzo bellico dell’intelligenza artificiale, è un grave motivo di preoccupazione etica. I sistemi d’arma autonomi non potranno mai essere soggetti moralmente responsabili: l’esclusiva capacità umana di giudizio morale e di decisione etica è più di un complesso insieme di algoritmi, e tale capacità non può essere ridotta alla programmazione di una macchina che, per quanto ‘intelligente’, rimane pur sempre una macchina. Per questo motivo, è imperativo garantire una supervisione umana adeguata, significativa e coerente dei sistemi d’arma”.
Non solo: il Papa avvertiva che “non possiamo nemmeno ignorare la possibilità che armi sofisticate finiscano nelle mani sbagliate, facilitando, ad esempio, attacchi terroristici o interventi volti a destabilizzare istituzioni di governo legittime. Il mondo, insomma, non ha proprio bisogno che le nuove tecnologie contribuiscano all’iniquo sviluppo del mercato e del commercio delle armi, promuovendo la follia della guerra. Così facendo, non solo l’intelligenza, ma il cuore stesso dell’uomo, correrà il rischio di diventare sempre più ‘artificiale’. Le più avanzate applicazioni tecniche non vanno impiegate per agevolare la risoluzione violenta dei conflitti, ma per pavimentare le vie della pace”.
Il presidente del G20 Lula, ospite in Puglia, di sicuro annuirà se il Papa ribadirà il concetto. Più interessante sarà comprendere che ne penseranno Emmanuel Macron e il cattolico Joe Biden.
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