L'idillio fra la Chiesa e i cattolici trumpiani già scricchiola
Il canale preferenziale dei vescovi americani con l'Amministrazione trumpiana, vale a dire il vicepresidente cattolico convertito J.D. Vance, è rimasto aperto meno di una settimana.
Nel corso di un’intervista alla Cbs, il vicepresidente ha risposto alle prosteste dell'episcopato per alcuni ordini esecutivi trumpiani. Vance s'è chiesto e più che al destino delle migliaia di migranti i vescovi fossero preoccupati per i loro profitti, visto che – ha detto – hanno ricevuto oltre cento milioni di dollari per contribuire a reinsediare gli immigrati illegali.
Roma. Il canale preferenziale dei vescovi americani con l’Amministrazione trumpiana, vale a dire il vicepresidente cattolico convertito J.D. Vance, è rimasto aperto meno di una settimana. Dopo la reprimenda soft del presidente della Conferenza episcopale sui provvedimenti esecutivi non condivisibili – ma mons. Timothy Broglio ha anche sottolineato che alcuni dei decreti presentano aspetti positivi – e la Nota assai più dura del capo della Commissione per le migrazioni, mons. Mark J. Seitz, che tra le altre cose è vescovo di El Paso, Vance ha risposto. E lo ha fatto nel corso di un’intervista alla Cbs, chiedendosi se più che al destino delle migliaia di migranti i vescovi fossero preoccupati per i loro profitti, visto che – ha detto – hanno ricevuto oltre cento milioni di dollari per contribuire a reinsediare gli immigrati illegali.
Accuse pesanti, non proprio da alleato delle alte gerarchie alla Casa Bianca. E infatti la Conferenza episcopale ha prontamente diffuso un comunicato in cui spiega che i soldi li riceve, ma per quello che fa non sono sufficienti (secondo le stime, a fronte di 120 milioni ricevuti, ne avrebbe spesi 129). “Fedele all’insegnamento di Gesù Cristo, la Chiesa cattolica ha una lunga storia di servizio ai rifugiati. Nel 1980, i vescovi degli Stati Uniti hanno iniziato a collaborare con il governo federale per svolgere questo servizio, quando il Congresso ha creato il Programma di ammissione dei rifugiati negli Stati Uniti (Usrap). Ogni persona ricollocata attraverso l’Usrap viene esaminata e approvata per il programma dal governo federale mentre si trova al di fuori degli Stati Uniti. Nei nostri accordi con il governo, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti riceve fondi per svolgere questo lavoro; tuttavia, questi fondi non sono sufficienti a coprire l’intero costo di questi programmi. Nonostante ciò, questo rimane un’opera di misericordia e un ministero della Chiesa”.
A ogni modo e al di là della mera contabilità, il dato politico evidente e sorprendente è che l’idillio ipotizzato da diversi osservatori tra le gerarchie cattoliche e l’Amministrazione trumpiana mostra già le prime crepe. Si vedrà se ricomponibili o se il fossato è destinato ad allargarsi. Com’è lontana la preghiera benedicente di Timothy Dolan, arcivescovo di New York, poco prima del giuramento del tandem Vance-Trump.