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il presidente ministro Markus Söder con Papa Francesco (LaPresse)
verso il voto in germania
La Chiesa tedesca entra in campagna elettorale e ora c'è chi dice: "Aboliamo la tassa ecclesiastica"
Anche dal centrodestra si alzano polemiche per l'interventismo delle Chiese in vista del voto. L'imbarazzo dei vescovi
Nei giorni scorsi aveva destato scalpore quanto detto dal leader della Csu, il bavarese Markus Söder: “Non dimenticate chi alla fine sta ancora al fianco dell’istituzione Chiesa. Siamo noi. Non che un giorno vi troviate improvvisamente soli. Pensateci”
A pochi giorni dalle elezioni tedesche, mai come stavolta le Chiese si trovano in mezzo alla battaglia politica. Dopo la dichiarazione congiunta di cattolici ed evangelici contro la proposta di legge, poi naufragata, di limitare gli afflussi migratori in Germania e soprattutto contro intese fra l’Unione e l’AfD, l’attenzione di politica e media s’è concentrata su vescovi e pastori? Che faranno? Da che parte staranno? La dichiarazione congiunta ha messo in evidenza che neppure la Conferenza episcopale cattolica è un monolite: due vescovi, Voderholzer di Ratisbona e Hänke di Essen, hanno pubblicamente preso le distanze dalla misura e gli stessi vertici della gerarchia – progressista nella sua quasi totalità – sono stati colti dall’imbarazzo: la segretaria generale, Beate Gilles, ha detto che il documento “non era stato coordinato con il segretariato” e lo stesso presidente mons. Georg Bätzing, ha sottolineato in un’intervista ad Avvenire che non si voleva colpire l’alleanza Cdu-Csu. Eppure, quello è stato il risultato, se è vero che il portale autorevole katholisch.de ha notato che “è senza precedenti che le Chiese si schierino con tale chiarezza contro l’Unione”. Già un anno fa i vescovi avevano preso carta e penna per esprimere un corale vade retro contro le aperture all’AfD, benché non abbiano poi constatato un vasto seguito alla loro iniziativa fra il laicato assai attivo tedesco. Un bel problema, complicato dal fatto che si sono moltiplicate in campagna elettorale le voci di chi domanda la riduzione dei contributi statali alle chiese (Spd, Verdi e liberali) fino alla richiesta di abolire la celeberrima Kirchensteuer, la tassa ecclesiastica che ogni battezzato registrato deve versare allo stato che funge da ente riscossore per la Chiesa: si tratta dell’8 per cento della propria imposta sul reddito. Chi non vuole più pagare la tassa ecclesiastica deve pubblicamente procedere alla disiscrizione dai registri: il battesimo rimane, ma non si può accedere agli altri sacramenti”.
Nei giorni scorsi aveva destato scalpore quanto detto dal leader della Csu, il bavarese Markus Söder: “Non dimenticate chi alla fine sta ancora al fianco dell’istituzione Chiesa. Siamo noi. Non che un giorno vi troviate improvvisamente soli. Pensateci”. Lo stesso leader democristiano ha dovuto precisare lo scorso fine settimana in un’intervista alla Faz di essere stato male interpretato: “Da un ‘monito’ da parte mia è diventato inizialmente un ‘avvertimento’, poi una ‘critica massiccia’ e infine addirittura una ‘minaccia’. Con le parole si può davvero creare un’enorme atmosfera”. In realtà, “come cristiano credente e grande sostenitore dell’istituzione Chiesa”, Söder aveva auspicato che le Chiese in Germania si concentrassero di più sui temi “classici e tradizionali” del cristianesimo, come “la protezione della vita”. Il leader bavarese aveva fatto un esempio: “Se chiedi a qualche religioso oggi com’è la vita dopo la morte, se c’è un cielo o se hanno mai incontrato un angelo, ricevi risposte magnifiche, ma a volte ottieni solo sguardi perplessi invece di occhi che brillano”. In Baviera, ha aggiunto Söder, “abbiamo fatto in modo che negli edifici pubblici ci siano croci. Osserviamo la maggior parte delle festività cristiane in Baviera. Ed è giusto che diamo significativi contributi statali alle Chiese”. Tutto ciò avviene in uno scenario dove il Cammino sinodale che si riprometteva di rivoluzionare la Chiesa, tenendo testa anche a Roma, si è rivelato molto meno fruttuoso di quanto sperato sulle rive del Reno. Soprattutto, non è riuscito a contenere il drammatico calo dei cattolici: solo un anno fa, la Conferenza episcopale stimava in 522.821 il numero dei fedeli persi. Si trattava del record negativo, visto che nel 2021 – successivo al Covid – la diminuzione era stata di 359.338 fedeli.
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L'impaziente Francesco
Il Papa, le cui condizioni sono stazionarie, lavora e riceve ospiti. Nel mondo, si prega
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Bandiera bianca
Ecco perchè il Papa non può andare in vacanza
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tra il vaticano e gli stati uniti