Nella guerra del tiramisù ora la spunta Treviso. Aprirà un museo
Friulani e trevigiani litigano da mesi sulla paternità del dolce. Ora il capoluogo della Marca cala l'asso in questo dibattito tanto inutile quanto centrale nella vita cittadina
E i trevigiani "che si incazzano, e le balle ancor gli girano". Ma qui non c'entrano le biciclette di Bartali cantate da Paolo Conte. C'entra un cucchiaio. La battaglia è iniziata mesi fa: da un lato i trevigiani, dall'altro i friulani. Il contendere è la paternità del tiramisù, il dolce di savoiardi, caffé, crema al mascarpone e cacao in polvere apparso per la prima volta nei libri di cucina negli anni Sessanta. C'è chi dice che è nato "alle Beccherie" a Treviso a inizio anni Sessanta, chi ha pubblicato la ricetta dell'Albergo Roma di Tolmezzo, datata qualche anno prima del debutto veneto. La contesa è aperta, le fonti storiche sono malleabili come una crema, ne salta fuori una "attendibilissima" ogni mese. Nel frattempo, tra un litigio e l'altro, tra un test di paternità e l'altro, ecco che il tiramisu avrà presto il suo primo museo ufficiale. E sarà a Treviso. Perché se il padre può essere ignoto, la madre è certa e quella è trevigiana, la prima città ad aver fatto del tiramisù un dolce prima cittadino, poi nazionale e internazionale. E questo nonostante il decreto del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali di metà luglio, che aveva dato al Friuli il merito dell'invenzione.
"Dal 26 gennaio sarà attivo a Casa dei Carraresi lo sportello aperto a tutti per raccogliere le singole testimonianze, di ieri e di oggi, sul Tiramisù. Ogni cittadino potrà, così, partecipare attivamente a costruire il progetto di museo dedicato al dolce italiano più amato nel mondo", si legge nel sito della Casa dei Carraresi, il centro convegni ed esposizioni della Fondazione Cassamarca.
E questa è una presa di posizione importante in un dibattito tanto inutile quanto centrale nella vita cittadina. Perché qui c'è in ballo l'orgoglio territoriale, quel visrtuoso campanilismo del nord est che fa in modo che tutto sia bello e pulito per essere meglio del vicino.
D'altra parte poco importa se a Vienna a metà dell'ottocento si passava il pomeriggio con una coppa di pan di spagna al caffé, crema al mascarpone con panna e scaglie di cioccolato, coperto da una nevicata di cacao amaro, forse davvero il precursore del tiramisù. Lassù, in Austria, non si è mai mangiato, all'inizio del Novecento era più un ricordo che un dolce. E così pure in Carnia, che forse il tiramisù ha visto nascere, ma poi sparire tra crostate fatte in casa e dolci dal gusto asburgico. Treviso ha reso il tiramisù prima un sollazzo nella dolce vita del boom economico, poi un vanto da esportazione. E questa è il mercato, bellezza.
Antisemitismo e fornelli