Civiltà e libertà si difendono a tavola, mangiando piccione
Contro la dittatura delle minoranze sugli onnivori
In un ristorante del parmense mangio bomba di riso col ragù di piccione, e penso a quella gastronomia di Parma dove la bomba di riso ormai la fanno col pollo “perché non tutti vogliono il piccione”. Ha ragione il filosofo libanese Taleb: “La totalità può essere determinata da una piccolissima minoranza. Sul cibo halal è l’uno per cento a decidere per tutti: non si può mangiare maiale a scuola”. La nostra tanto vantata cultura gastronomica è talmente debole che basta una piccola percentuale di maomettani per far scomparire le salsicce da scuola, e una piccola percentuale di parmigiani anti-tradizionali (ossia anti-parmigiani) per far volar via il piccione dalla bomba di riso. Le minoranze sommate fra loro sono forse già maggioranza, la maggioranza dei non onnivori (ossia dei non cristiani: l’onnivorismo è prescritto nel Vangelo, negli Atti, nella Prima lettera a Timoteo). Se i non onnivori si imporranno in tutti i ristoranti, della variegata cultura gastronomica italiana, coi suoi ricettari storici, con le sue millantate ricette regionali, resteranno le briciole. Si faccia come me, si ordini sempre il piatto più onnivorista del menù, quello più sgradito agli intolleranti: civiltà e libertà si difendono a tavola, mangiando piccione.