Dai consigli per gli acquisti a quelli igienici. Così il Covid ha cambiato gli spot
L'ultima è la catena di fast food KFC, che ha ritirato la sua campagna pubblicitaria con la frase “Buono da leccarsi le dita”, in risposta alle normative anti pandemia. Dalla birra ai panini, una carrellata di trovate creative
“Non mi tocco la faccia da settimane: da settimane! Mi manca”, scherzava Donald Trump durante un briefing alla Casa Bianca a inizio marzo.
TRUMP: “I haven’t touched my face in weeks. It’s been weeks. I miss it." pic.twitter.com/TUYRhQmivQ
— JM Rieger (@RiegerReport) March 4, 2020
In questi mesi gli operatori sanitari hanno spesso raccomandato di non sfregarsi occhi, naso e bocca per evitare possibili contagi. Un avvertimento che ha avuto effetto anche sulle pubblicità: il gigante mondiale dei fast food KFC ha interrotto la sua campagna pubblicitaria che aveva lo slogan “It's Finger Lickin' Good” (“Buono da leccarsi le dita”), visti gli attuali consigli sull'igiene. La società ha oscurato la frase sulle confezioni e ha detto la riproporrà al momento opportuno.
KFC Temporarily Changes ‘Finger Lickin’ Good’ Slogan Due to Coronavirus https://t.co/b1NqGItmN6 pic.twitter.com/RQhFqHv56M
— digitalfeedmedia (@digitalfeedtv) August 25, 2020
(Covid, KFC invita a non leccarsi più le dita) Playhitmusic - https://t.co/HUK75buVlA pic.twitter.com/AIGYGBqzrB
— Playhitmusic (@Noovyis) August 25, 2020
Chissà se sarà la strada anche del marchio di patatine al mais e formaggio, quelle che “Se non ti lecchi le dita godi solo a metà”. Di sicuro la quarantena ha suggerito un'idea ai creativi di molte aziende. L’annuncio che l’agenzia pubblicitaria parigina Buzzman ha creato per Burger King in Francia, un'altra famosa catena di fast food, mostra una serie di ingredienti che i fan della compagnia americana possono acquistare in qualsiasi negozio per creare, approssimativamente e a casa propria, il celebre hamburger Whopper.
En attendant l'original. pic.twitter.com/BehZf0qBFQ
— Burger King France (@BurgerKingFR) March 30, 2020
Insomma, si è ribaltata la banalità delle “pubblicità che entrano nelle case della gente”: ora sono le case a entrare nelle pubblicità. Durante il lockdown, e in generale in seguito alla pandemia, molte aziende hanno modificato le proprie campagne di marketing, chi per dare consigli igienici oltre a quelli per gli acquisti, chi aggiornando il lancio dei propri prodotti per un mondo che si stava adattando al distanziamento sociale e nuovi tipi di socialità. Tutto, bene o male, sull'onda dello slogan #Iorestoacasa e affini. Alcune trovate sono risultate davvero geniali. Il creativo dublinese Luke O'Reilly, per esempio, è stato incoronato vincitore del concorso “Staying Inn” lanciato dalla comunità online One Minute Briefs per un poster nel quale l'iconica pinta di birra Guinness diventava un divano bianco, accompagnato dal messaggio “Stai a casa”. Il marchio ha riconosciuto a O'Reilly il giusto merito e ha condiviso il suo lavoro sulla propria pagina Instagram.
Enjoy #StayingInn @OneMinuteBriefs @TheDrum@LoveYourNHS #PayItForward #StayAtHomeSaveLives pic.twitter.com/fQAGlAA3gK
— redballoonluke (@redballoonluke) March 23, 2020
Anche Swiggy, la principale piattaforma di food delivery dell'India, ha progettato in questo periodo di quarantena una sponsorizzazione originale e senza retorica, con i gesti da evitare e quelli concessi.
Antisemitismo e fornelli