un anno di cibo estremo
Estremisti nel cibo, estremisti nel vino. Frizzanti e vermut puro per le feste
La classifica di fine anno più fanatica che ci sia, con le bottiglie di raboso, soluzione al problema spritz, e di lambrusco pedagogico, quello che prende la spuma in bottiglia e non in autoclave. E alla fine non venite a chiedere il vino dolce: c'è un aromatizzato impareggiabile da non sprecare nei cocktail
Sì, sono un uomo coerente, al cibo estremo abbino il vino estremo ed ecco dunque le bottiglie più strabilianti dei miei ultimi dodici mesi. Il mio estremismo infastidisce anche me ma non posso farci nulla, ci sono intere settimane in cui un vino non rifermentato in bottiglia non sono capace di berlo, non riesco proprio a deglutirlo, perdonatemi. Nel presente best of 2021 i frizzanti da metodo ancestrale faranno pertanto la parte del leone. Comincio col Raboseo di Asja Rigato, che è la soluzione al problema spritz. Per colore, provenienza, facilità, piacevolezza. È un friularo (sinonimo di raboso) prodotto nella Bassa Padovana, in una pianura che per la produzione di vini eccelsi non sembra vocata per nulla, e ciò conferma quanto perfino nel dionisiaco dominio la cultura conti più della natura.
La rarità appunto estrema (413 bottiglie) fa capire che, riguardo il problema spritz, il Raboseo è da considerarsi una soluzione privata: per una soluzione pubblica servono tre o quattro zeri in più. Il Becce, ricavato da uve lacrima di Morro d’Alba nella cantina (non vogliono essere definiti azienda) Col di Corte di Montecarotto, è il primo rifermentato marchigiano della mia vita, la prima Lacrima frizzante della mia vita… Come sono belle le prime volte! Altra novità esaltante è stata, per me, il vino ceco (per la precisione moravo) ossia il Bum Bum Cha 2019, franconia più riesling di Milan Nestarec. Si possono fare ottimi vini anche a nord di Vienna e adesso ho voglia di vino boemo (esiste) e di vino polacco (idem). Potevo dimenticare l’amatissimo Lambrusco? Non potevo e ne parlo sotto la voce Bergianti No Autoclave. Scelgo questo singolare uvaggio di lambrusco salamino, lambrusco di Sorbara e finanche pignoletto (bacca bianca) sia perché buonissimo sia perché col suo nome pedagogico ricorda che il Lambrusco migliore non prende la spuma in autoclave bensì in bottiglia: oltre al Bergianti penso al Lambrusco del Fondatore di Cleto Chiarli, al Radice di Alberto Paltrinieri, al Mio Lambrusco di Camillo Donati…
Per non risultare più fanatico di quello che sono a questo punto un vino fermo mi tocca inserirlo. Ecco a voi la Malvasia Baracija 2018, 100 per cento malvasia istriana di Giorgio Clai, Buie, politicamente Croazia, geograficamente Istria, storicamente Italia. Non sono amante delle malvasie e però devo fare un’eccezione perché non avevo mai bevuto una malvasia istriana dell’Istria (di solito sono friulane o carsoline) e non avevo mai bevuto una malvasia istriana tanto vibrante e minerale.
Torno subito ai frizzanti non con un singolo vino ma con una gamma, anzi un progetto: Zero Infinito di Pojer e Sandri, realtà trentina che rappresenta un vertice del vino nazionale. Mentre a Montalcino e a Barolo riposano sugli allori a Faedo si ferve e la cantina dei due maestri (visita recentissima) mi è apparsa la fucina di Vulcano, pullulante di marchingegni che loro inventano e gli altri in tutto il mondo copiano (esempio: la macchina per lavare l’uva). Tralascio i dettagli tecnici e di Zero Infinito invito l’amico lettore a stappare quanto prima il bianco e il rosa (denominato Cremisi), esiti supremi di una sorta di rivoluzione conservatrice dove la tecnica di avanguardia custodisce l’assoluta integrità dell’uva, risultato che nessuna praticaccia tradizional-contadinesca può sognarsi di raggiungere.
A fine pasto e fine articolo non chiedetemi un vino dolce, chiedetemi un vermut e io vengo a versarvi un rarissimo vermut agricolo, ovvero prodotto da un produttore di vino: il Baravelli Vermouth dell’azienda agricola Calonga di Forlì. Nasce da un signor sangiovese che nelle mani del sommo vermuttista Baldo Baldinini diventa, con erbette e spezie segretissime, un aromatizzato impareggiabile. Non sprecatelo con i cocktail, è tempo di auguri e io vi auguro la saggezza di berlo come l’ho bevuto io: puro.