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Injured by a vegan?

Una telefonata per farsi due risate sul veganismo. Ma anche per rifletterci su

Valeria Cecilia

Lo scopo della campagna comunicativa era stimolare conversazioni, non essere critici, promuovendo il veganismo in modo divertente e coinvolgente. Inevitabilmente, si è attivato lo scontro tra messaggio emotivo e razionale

Il sito del Los Angeles Post racconta di una nuova campagna vegana locale che sta destando molta curiosità tra le persone: lungo le strade della città sono comparsi cartelloni con l’immagine di un avvocato che invita a chiamarlo in caso si fosse stati aggrediti, offesi, danneggiati da un vegano. Injured by a vegan? Call Seymour and Associated, numero verde 866 Hatevegan.
La campagna si rifà alla serie tv Better call Saul, prequel della famosa Breaking Bad, dove c’è Saul, avvocato bravissimo, farabutto e bugiardo, ergo irresistibile. 

Gli ideatori (agenzia creativa Eat Differently) raccontano al LApost.it che chi chiama il numero verde (finora in media 100 chiamate al dì), appena sente il messaggio inizia a ridere, ovvero chiamano perché hanno capito che sarà una cosa divertente. Infatti risponde Amos, con il quale si apre una conversazione amichevole, allegra e ironica sulle abitudini dei vegani, i migliori ristoranti sulla piazza, i vantaggi del veganismo. 
Lo scopo era stimolare conversazioni, non essere critici, promuovere il veganismo in modo divertente e coinvolgente, dicono i creativi. 

È noto che ambiti tematici come questo, che contengono “ismi” e una certa dose di ideologismo (animalismo, specismo, veganismo vs sperimentazione animale, caccia, alimentazione onnivora; ambientalismo vs politiche energetiche) attivano scontri di comunicazione basati su “messaggio emotivo vs messaggio scientifico/razionale”, laddove il primo ha le carte per vincere facilmente: immagini di bambini danneggiati dall’incidente di Chernobyl, animali intrappolati in allevamenti intensivi, il pianeta infuocato dalla crisi climatica non lasciano scampo alla “tabella dei dati” fornita dall’altra parte. 
La comunicazione scientifica (nel senso ampio basata su dati ed evidenze empiriche) a un certo punto ha cercato un alleato nello storytelling (trasformiamo quei noiosi dati in una storia). Ma forse, visti i risultati (non) ottenuti e i tempi che corrono (la società della stanchezza, la crisi degli influencer, il crollo dell’attenzione, le guerre, orecchie ferite e tutto il resto) sarebbe più efficace anche da questa parte rimescolare ironia nel dramma. 

Certo, difficile immaginare il successo di una campagna che invita a chiamare un simpatico cacciatore che si prende in giro da sé, ma intanto, la puntata di Pianeta B12 (podcast antispecista) dello scorso 3 luglio ha ospitato i divulgatori scientifici Dario Bressanini e Beatrice Mautino, che hanno conversato con i conduttori del programma su test sugli animali, veganismo, benessere animale. Beh, ci sono state 36.092 visualizzazioni (il canale ha poco più di 5 mila iscritti) e i commenti sono stati di assoluta gratitudine verso un dibattito che è stato rispettoso, chiaro e non manipolatorio, e dove non sono mancate battute e scuse reciproche. 
Magari non siamo pronti a riderci addosso e fare una telefonata scherzosa al nostro antagonista, ma intanto recuperiamo la calma. In fondo, siamo tutti sulla stessa barca, si procede per tentativi. 

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