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Digitalizzare il vino italiano per sburocratizzarlo

Giovanni Seu

Intelligenza artificiale e tecnologia per migliorare e velocizzare il processo di certificazione e per eliminare le frodi alimentari. Il passo avanti di Valoritalia per una nuova èra del vino italiano

Ci vogliono 5-6 giorni per rilasciare la certificazione Doc di un vino. Troppi per un mercato che va sempre più veloce e richiede informazioni sicure e in tempo reale: Valoritalia, società leader del settore che rilascia il patentino a oltre 2 miliardi di bottiglie l’anno, lo ha capito e ha individuato la risposta con Tessa, una piattaforma realizzata con Eos Solutions che adotta le soluzioni più avanzate di Microsoft. L’obiettivo è dare maggiore efficienza a tutti i processi collegati alla tracciabilità dei dati, semplificare la comunicazione interna e fornire strumenti di analisi più sofisticati. Per le aziende c’è l’opportunità di una gestione più semplice e automatizzata delle operazioni di certificazione: “È un passaggio molto importante – spiega al Foglio il direttore generale di Valoritalia Giuseppe Liberatore - perché vengono eliminati gli ultimi approcci manuali che ancora esistono, basti pensare che avevamo ancora a che fare con procedure di tipo cartacee che adesso consegniamo al passato in via definitiva. La digitalizzazione ci consente di offrire dati precisi e, soprattutto, di fare partecipare l’azienda in tempo reale a tutta la fase di certificazione semplicemente tramite il portale”. 

 

La parola chiave di questa iniziativa è “tracciabilità”. Per rilasciare una certificazione Doc è necessario svolgere operazioni documentali che accompagnano le fasi di prelievo in campo e in cantina, le analisi chimiche e organolettiche e la gestione dei contrassegni di stato. La burocrazia accompagna ogni momento, dalla degustazione al via libera e Tessa è presente in tutte le fasi realizzando una gestione automatizzata dei processi di comunicazione tra i vari uffici e l’accesso immediato alle informazioni.

   

L’aspetto più interessante riguarda senza dubbio l’impiego dell’Intelligenza artificiale destinata a cambiare il volto della produzione e commercio vinicolo. Tra pochi mesi sarà integrata in Tessa per aumentare la riduzione del rischio di frode, già oggi molto basso, e elaborare algoritmi cha diano un supporto al processo produttivo, dalla vendemmia all’imbottigliamento. Ma il salto di qualità su cui si punta è la possibilità di studiare strategie per il futuro, con analisi predittive in grado di analizzare grandi quantità di dati, ottimizzare i processi e delineare obiettivi di sostenibilità aziendale. Quanto investire, la stima del fabbisogno anno per anno, saranno definite con maggiore precisione dall’IA: ne è convinto Francesco Liantonio, Presidente di Valoritalia, che vede nella certificazione un primo passo per un impiego sempre più decisivo. Sulla stessa linea Attilio Semenzato, Presidente Eos Solutions, secondo cui “questo progetto è un esempio di come la Digital Transformation possa apportare innovazione e benefici concreti ai processi aziendali, anche in contesti complessi”. Siamo all’inizio di una nuova fase, la certezza è che la tecnologia è già dentro questo modo e farà avere una marcia in più all’agroalimentare italiano. 

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