In sala 15 film in una settimana. Torneranno a casa poveri e bastonati
Nel cinema sta succedendo quel che succede con i libri: nessuno si prende la responsabilità di scegliere, si pubblica all’ammasso e si aspettano le rese. E intanto gli spettatori calano
Dove sei, Massimo Troisi che dicevi: “loro sono in tanti a scrivere, io uno solo a leggere”? Dove sei quando in una settimana quindici - 15 - film prendono la via delle sale? Magari il sito Film Up esagera, ma anche contando al risparmio i titoli sono almeno dieci. Torneranno a casa poveri e bastonati, visto che gli spettatori calano. Neanche uno spettatore seriale e compulsivo riuscirebbe a smaltirli in tempo per la prossima ondata. Sta succedendo quel che succede con i libri: siccome nessuno si prende la responsabilità di scegliere, si pubblica all’ammasso e si aspettano le rese. L’anno dopo si ricomincia da capo. Nel cinema le rese si chiamano “uscite tecniche”, servono ad alzare le quotazioni del film quando sarà venduto alle tv.
Nel mucchio finisce “Mister Universo” di Tizza Covi e Rainer Frimmel. Siamo in un circo poverello, i leoni sono spelacchiati e il domatore scoglionato, la contorsionista forse non lo ama più e Mister Universo che gli regalò un ferro piegato a mani nude non si trova, per un supplemento di buona fortuna. A parte la tristezza infinita, ha qualche scena e qualche dialogo divertente (per chi i film li smaltisce ai festival, se uno deve uscire di casa e parcheggiare manca il coraggio di consigliarlo).
Nel mucchio finisce “Il padre d’Italia” di Fabio Mollo, con lo strepitoso Luca Marinelli (“Lo chiamavano Jeeg Robot”) e Isabella Ragonese, strano e italianissimo caso di attrice già compiaciuta di sé prima di imparare i fondamentali. Qui comunque hanno poco da fare, lei è incinta (ma il padre si è dato) e il giovanotto è stato lasciato dal fidanzato. Uniranno le due solitudini? Sicuro che le uniranno. Non c’è nulla di male, sul fragile spunto sono stati costruiti migliaia di film. E’ che qui nessuno scrive, dove per scrivere intendiamo: inventare situazioni meno ovvie di uno che deve consegnare mobili a Torino, e si fa trascinare a Napoli dalla sconosciuta che gli è svenuta la sera prima tra le braccia in discoteca. NB: i silenzi e le canzonette non valgono come scrittura.
E qua poteva finire. Senonché va in sala anche “Questione di Karma” di Edoardo Falcone, il film che ha fatto scappare la pazienza anche ai più ostinati celebratori del cinema italiano (tranne Checco Zalone, che è bravo davvero quindi gli ostinati celebratori lo snobbano). Esce “Gomorroide”: “il film che ha spopolato sul web”, garantisce Vesuvio Live (poi dicono la globalizzazione, il trio si chiama Ditelo Voi). Esce, sempre parliamo di sale, “Autopsy”: l’horror qualche soldo lo porta sempre a casa. Escono “Phantom Boy” (animazione belga per bambini) e “Yu-Gi-Ho!” (animazione giapponese per iniziati). L’otto marzo ha fatto uscire “Strane straniere” di Elisa Amoruso, cinque storie di immigrazione riuscita. I maschi hanno “The Green Hell”, documentario sul circuito automobilistico Nürburgring. Non possiamo che implorare pietà.
Politicamente corretto e panettone