A Cannes la giuria non cade nelle trappole d'autore e boccia Netflix
Palma d'oro a "The Square" e premi della giuria a “120 Battements par minute” e "Loveless"
I premi sono migliori del Festival, la giuria con Pedro Almodovar presidente ha evitato quasi tutte le trappole d’autore. Unico cedimento, il premio per la sceneggiatura al greco Yorgos Lanthimos per “The Killing of a Sacred Deer”. Diviso a metà con Lynne Ramsay, per il copione di “You Were Never Really Here”, che di suo raggiunge appena la sufficienza: regge il film la bravura magnetica di Joaquin Phoenix, premiato come migliore attore.
Un americano? Ebbene sì. Il giurato Will Smith – sul tappeto rosso chiacchierava e rideva con Agnès Jaoui, regista di “Il gusto degli altri”, devono aver fatto comunella anche in giuria – ha premiato anche Sofia Coppola per la regia di “The Beguiled”. Impeccabile, in un film che non terrà gli spettatori lontani dal cinema. Miglior attrice Diane Kruger in “The Fade” del turco-tedesco Fatih Akin: le uccidono il marito curdo e il figlioletto in un attentato, lei cerca vendetta contro i neonazisti assolti in tribunale per insufficienza di prove.
I favoriti per la Palma d’oro erano il francese Robin Campillo con “120 Battements par minute” e il russo “Loveless” di Andrey Zvyagintsev. Al primo è andato il Gran Premio della giuria, al secondo il Premio della giuria – da anni ci chiediamo se non sarebbe più chiaro fare come alle olimpiadi, primo secondo e terzo, ma tant’è. Tutti e due sono film solidi, forse un tantino lunghi, sicuramente tristi – uno parla dell’AIDS, l’altro di un ragazzino scomparso – ma con un futuro nelle sale.
Niente premi ai titoli prodotti da Netflix. Pedro Almodovar era contrario, lo ha annunciato il primo giorno. Non ha cambiato idea, e se lo avesse fatto sarebbe stato pure peggio: qualche giorno fa il sito Indiewire riferiva la notizia, poi smentita, che Netflix gli avesse proposto una serie.
La Caméra d’or, premio per l’opera prima, è andata a Léonor Serraille per “Jeune Femme”, bel ritratto di giovane signora che prima smania, poi “vede gente e fa cose”, poi trova la sua strada. Palma d’oro allo svedese Ruben Ostlund per “The Square”. Un film che non solo fa ridere - cosa rarissima ai festival – ma sembra satireggiare i titoli peggiori in concorso a Cannes 2017. Opere di arte contemporanea dal significato dubbio e dall’estetica discutibile.