John Di Domenico, che da tredici anni imita Donald Trump
Il comico ha imitato The Donald prima in campagna elettorale poi da presidente degli Stati Uniti. Gli incassi dichiarati ammontano a 40 mila dollari mensili
Al cinquantacinquesimo compleanno di Donald Trump, l’imitatore John Di Domenico uscì da una torta vestito da Austin Powers, la spia britannica che sbeffeggia James Bond, e si immagina rimasta ibernata dagli anni 60 ai giorni nostri, vestita e pettinata in stile swinging London (l’attore è Mike Myers, uno dei titoli recita “Austin Powers - La spia che ci provava”). Una quindicina di anni si ritrova a campare più che onorevolmente imitando Donald Trump, prima in campagna elettorale poi da presidente degli Stati Uniti. Gli incassi dichiarati ammontano a 40 mila dollari mensili. Il suo Donald Trump non l’abbiamo mai visto, a differenza di Alec Baldwin che spopola al Saturday Night Live. John Di Domenico lavora perlopiù alle convention aziendali, alle riunioni dei venditori per lanciare nuovi prodotti, alle feste private, compleanni e matrimoni. Se va in televisione, lo ospitano nei programmi del mattino. Si è accorto di lui il Guardian che gli dedica un lungo articolo, se non altro per meriti di anzianità: cominciò tredici anni fa, dopo aver letto “L’arte di fare affari”, tutti i segreti del Trump miliardario (fece da ghost writer Tony Schwartz, che durante la campagna elettorale si è pentito al grido di “ho creato un mostro”: magnifico delirio di onnipotenza da scrittore).
Smise di lavorare per pochi soldi nei teatrini off off off Broadway – si stava separando e aveva un mutuo da pagare – e cominciò a imitare il miliardario. Con soddisfazione, essendo nato povero e avendo frequentato la scuola di teatro per liberarsi da un difettuccio di pronuncia. Fece tutte le tappe. Il programma televisivo “The Apprentice”. La dichiarazione “potrei sparare a qualcuno per strada e non perderei un solo voto”. Le istruzioni per l’uso delle donne. E ora la Casa Bianca con il fondotinta arancione, finalmente svelato da John Di Domenico nella sua marca e tonalità: Ben Nye Coco Tan, nel caso servisse per una festa mascherata.
“Non mi stupisco più di niente”, sostiene l’imitatore. Durante la campagna elettorale, gli uomini gli sussurravano all’orecchio “Non l’ho detto a mia moglie, ma voterò per te”, mentre le donne la buttavano sul personale (la frase irripetibile, John Di Domenico giura di averla sentita centinaia di volte). Non solo nel bacino elettorale del presidente che vorrebbe chiudere le porte alla Cina per restituire l’America alla gloria passata. Anche in luoghi non sospetti, dove pensava di non strappare neppure un applauso di circostanza.
Ogni mattina John di Domenico legge i giornali per tenersi aggiornato. Quando un tassista – stavano andando a una festa, era già truccato e imparruccato – gli chiese di Alec Baldwin, rispose quel che avrebbe detto il vero Donald Trump. “Stronzo maledetto”, che sul Guardian diventa: “si è comportato molto male con me”.
Politicamente corretto e panettone