Dateci un taglio con i film sui vecchietti più o meno arzilli
Tra oracoli e sceriffi, la cena conviviale all’Harry’s Bar di Venezia
THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING, MISSOURI di Martin McDonagh (concorso)
Dal regista (e sceneggiatore) di “In Bruges”: due killer a Bruges con un nano. Anche qui abbiamo il nano, Peter Dinklage di “Game of Thrones”, più per onor di firma che necessità di trama. Se ai festival ci fosse giustizia, le coppe Volpi andrebbero a Frances McDormand (le hanno ucciso la figlia, vuole morto lo sceriffo) e al poliziotto idiota Sam Rockwell.
FOX-TROT di Samuel Maoz (concorso)
L’oracolo dice che Edipo ucciderà il padre e giacerà con la madre. I tentativi per evitarlo avvicinano la catastrofe. Bandiera israeliana, trama che guarda al mondo là fuori. Già Leone d’oro nel 2009 con “Lebanon”, Samuel Moaz racconta il dolore e i posti di blocco in mezzo al nulla. Inserto – splendido – a fumetti. In bella controtendenza, tra i titoli della Mostra che illustrano paradisi esistenti solo nella mente del regista. Per esempio, gli ultimi comunisti, con bambini migranti, in “La villa” del marsigliese Robert Guédiguian.
THE LEISURE SEEKER di Paolo Virzì (concorso)
Urge moratoria. Basta film sui vecchietti, più o meno arzilli. Basta anche con i romanzi, se non siete bravi come Anne Tyler. E altrettanto realisti, che poi vuol dire: crudeltà. Non abbiamo ancora smaltito la melassa di “Robert & Jane” (nuda sotto le coperte, lui con il pigiama). Arrivano Helen Mirren – parrucca e occhiali alla Tootsie, al cinema non andate proprio mai? – e lo svanito Donald Sutherland. No, l’Oscar non lo vince.
LA LUCIDA FOLLIA DI MARCO FERRERI di Anselma Dell’Olio (Venezia classici)
Affettuoso e appassionato omaggio al genio di Marco Ferreri (non maestro, in Italia si dice a chiunque). La regista era sul set di “Ciao maschio”, il film con King Kong spiaggiato sulle rive dell’Hudson: spaccava una bottiglia in testa a Gerard Dépardieu. Interviste di oggi e di allora, materiali di repertorio, tutte le ossessioni, le risse con i giornalisti, lo scandalo di “La grande bouffe”. Niente voce narrante: la usano i documentaristi che non sanno il mestiere.
Cena conviviale all’Harry’s Bar, del tifoso del Foglio Arrigo Cipriani, raggiante di gioia nell’accogliere l’Elefantino & co., sue passioni da sempre. Tra gli ospiti, la garboesque Annalisa con Sandro Parenzo, patron della Videa e molto altro; ha tre film alla Mostra, incluso l’atteso “La gatta Cenerentola” (Orizzonti) secondo lungometraggio del napoletano Alessandro Rak. Il primo, “L’arte della felicità” (2013) è uno splendore filosofico da riscoprire. Pazzesco come il più originale e sorprendente cinema italiano esca da un laboratorio napoletano di cartoon per adulti. Dai cumuli di spazzatura e camorra è nato (l’unico?) fiore squisito del nostro arrancante cinema. Tra gli ospiti dell’Elefantino c’erano Emanuela Bassetti (Civita Tre Venezie, La Casa dei Tre Oci) e il marito Cesare De Michelis (Marsilio), Patti Chendi (editor Marsilio), Massimo Boffa (russologo e scrittore), Barbara Palombelli, Laura Delli Colli (Sngci), Laura Briand (Films d’ici, “Fuocoammare” e il doc su Ferreri) Riccardo Di Pasquale e Roberta Giarrusso (Fenix Entertainment), Maura Vespini (manager e regista delle edizioni italiane dei film di Woody Allen e delle distribuzioni che cercano un doppiaggio impeccabile) Daniela Viglione (economista) Bruno Pellegrino (pittore), Marta Cagnola (Radio24), la bipede, Paola e Valter Mainetti, genitori di Gabriele (“Lo chiamavano Jeeg Robot”), Andréa Ferréol, Mauro Cappelloni (Nicomax Cinematorafica), Leo e Graziella Fantasia, genitori del fogliante Giuseppe. All’Excelsior avvistati Salvo Nastasi (vicesegretario generale di Palazzo Chigi), Matilde Bernabei (Lux Vide) Andrée Ruth Schamma (Teatro Franco Parenti). Nel giardino del Mabapa, gira Antonio Sarno in pareo, e s’incontra Roberto D’Antonio, hair stylist delle star e i suoi bravi assistenti Antonio Leone, Daniela Del Priore e Stefania Giannico (al Lido per L’Oréal). Tra le stelle preparate da lui per il Red Carpet, Jasmine Trinca, Annette Bening, Isabella Ferrari, Ginevra Elkann (Good Films) Valeria Golino e il sottosegretario Maria Elena Boschi. Ora soffietto per la Badante (se no chi la sente, e addio macinato fresco): a proposito di “La lucida follia” di Marco Ferreri” (Nicomax e Fenix), Piera Detassis, alla colazione all’Excelsior per i giornalisti sospira: “E’ un film non fischiabile…”.