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Test di gravidanza, aria santa e una nuova storia di Abramo: ecco il Pitigliani Kolno'a Festival
A Roma, da oggi fino al 23 novembre, alla Casa del Cinema e al Centro Ebraico italiano il Pitigliani, c'è buon cinema da vedere
Per il terzo test di gravidanza in poche ore la ragazzina Juno beve “il suo peso in succo di frutta”, dopo aver insultato il negoziante che glielo ha venduto, e dopo aver stabilito che le righine dei precedenti non erano abbastanza chiare (così scrivono gli sceneggiatori bravi, nel caso Diablo Cody, anche regista del film: ora sta lavorando a “Barbie”, la storia di una bambola espulsa da Barbieland perché difettosa). In “The Holy Air” il test di gravidanza si fa in macchina, fermi in coda mentre tutti strombazzano. A Nazareth. Mentre il padre del bambino che forse verrà strabuzza gli occhi. Così scrivono gli sceneggiatori bravi: questo si chiama Shady Srour ed è anche il regista del film, in programma al Pitigliani Kolno’a Festival che si apre oggi a Roma (fino al 23 novembre, alla Casa del Cinema e al Centro Ebraico italiano il Pitigliani, programma completo e orari qui).
Minaccia di aborto, al 50 per cento. Come le probabilità del vecchio genitore di guarire con la chemioterapia. In mezzo, il barbuto giovanotto – arabo e cristiano, si chiama Adam – deve inventarsi qualcosa. Primo tentativo (fallito): la carta igienica con scritte motivazionali sui giorni che non vanno sprecati. Secondo tentativo (riuscito): bottigliette con l’aria santa. Al modico prezzo di un euro, molto più spirituali del flacone di acqua santa. Per non dire la comodità di portarsele in aereo. Mentre aspettiamo una data d’uscita per “Foxtrot” di Samuel Maoz (Leone d’argento a Venezia, candidato israeliano all’Oscar, serve altro?), mentre a Broadway ha un gran successo il musical tratto dal film “La banda” di Eran Kolirin, il Pitigliani Kolno’a Festival presenta una ventina di anteprime. Film israeliani, ma non solo. Dagli Stati Uniti arriva “The Pickle Recipe”, la ricetta dei cetriolini: il regista Michael Manasseri cerca di strappare il segreto alla nonna Rose che quando li prepara non vuole nessun altro nella cucina del suo Delikatessen a Detroit.
“Harmonia” di Ori Silvan aggiorna la storia di Abramo, Sarah, e la giovane Hagar. Sarah suona l’arpa nella filarmonica di Gerusalemme, Abramo è il direttore d’orchestra, Hagar una giovane musicista. Nella sezione documentari, “#uploading_holocaust” di Udi Nir e Sagi Bornstein raccoglie le immagini scattate con lo smartphone dai liceali italiani in Polonia. A Israele dobbiamo la serie “In Treatment” (no, non l’ha inventata Saverio Costanzo né Sergio Castellitto), “Homeland”, e la recente “False Flag” di Amit Cohen (su Fox senza bisogno del remake). Al Pitigliani festival sono in programma “Shitsel” (le vicende di una famiglia ortodossa a Gerusalemme); “Yellow Peppers” che ha per protagonista un bambino autistico; e “Kvodo” di Ram Landes, da tradursi con “Vostro onore”: un giudice alla vigilia di una promozione importante, suo figlio che provoca un incidente automobilistico e scappa.