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Se ancora non avete visto il film dei Manetti Bros, rincorretelo!
Festa grande per i cinque David di Donatello che si è aggiudicato "Ammore e malavita"
Da sempre fan dichiarati dei Manetti Bros, non possiamo che far festa per i David di Donatello ricevuti da “Ammore e malavita”. Cinque in tutto: film, attrice non protagonista Claudia Gerini, canzone originale con lo stesso titolo del film, musiche di Pivio & Aldo De Scalzi. E costumi di Daniela Salernitano, vincitrice a pari merito con Massimo Santini Parrini che ha disegnato gli abiti per “Riccardo va all’inferno” di Roberta Torre (scatenato e originale, forse un altro premio se lo meritava: da tre giorni ci stiamo chiedendo cosa esattamente abbiano fatto gli scenografi di “Napoli velata”, diretto da Ferzan Ozpetek, per meritarsi il David). Hanno dimenticato Serena Rossi, che le canzoni di “Ammore e malavita” le canta a voce spiegata. Se guardate la lista dei David di Donatello fino all’anno scorso, sembra sia avvenuta una mutazione genetica. Da sempre, per i Manetti Bros, vuol dire almeno dal 2005, con “Piano 17”: thriller girato in digitale e ambientato in un ascensore. Passando per “Song’e Napule”, il dramma di un pianista classico da conservatorio che per campare si finge cantante neomelodico (operazione di polizia, bisogna infiltrarsi a un matrimonio camorrista). Se ancora non l’avete visto, rincorretelo – i film belli bisogna guadagnarseli. Non è che magari avete qualcosa contro i musical?
Da sempre fan dichiarati di “L’arte della felicità” – film d’animazione diretto da Alessandro Rak nel 2013 – non possiamo che far festa per “Gatta Cenerentola”, premiato ai David di Donatello per la produzione (Luciano Stella e Maria Carolina Terzi sono i coraggiosi) e per gli effetti digitali. Tratto da Giambattista Basile – seicentesco raccoglitore napoletano di fiabe popolari che ha procurato a Matteo Garrone il materiale per “Il racconto dei racconti” – è diretto da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone. Può darsi che non l’abbiate visto – e dirlo mette tristezza – per colpa dei pregiudizi che ancora resistono contro l’animazione. E questo è anche un magnifico musical, altro genere che a priori irrita una fetta spettatori. Può darsi che non l’abbiate visto, perché tutte le persone con cui abbiamo parlato dopo la cerimonia dei David (e anche quelle con cui avevamo parlato prima dei David) in coro rispondono: “Mi hanno detto che è bello, ma non l’ho visto”. Da sempre fan dichiarati del regista di “La donna scimmia”, non possiamo che far festa per il documentario che gli ha dedicato Anselma Dell’Olio: “La lucida follia di Marco Ferreri”. Altro David di Donatello andato a segno, in una serata dedicata alle donne – sono considerati gli Oscar del cinema italiano, non farlo non si poteva. Premi speciali a Stefania Sandrelli. A Steven Spielberg, che doveva lanciare il suo folle film “Ready Player One”. A Diane Keaton, che non ha rinnegato Woody Allen.
Politicamente corretto e panettone